trenino monumenti aperti

Una tripletta secca quella segnata dal comune di Tortolì in materia di eventi. Dopo l’enorme successo di Tortolì in Fiore e Bimbimbici ecco che anche la manifestazione Monumenti Aperti conquista in pieno tutta la cittadinanza.

Organizzazione impeccabile, migliaia di visitatori in un solo weekend, diciotto monumenti aperti al pubblico e raccontati nel dettaglio dagli studenti di Tortolì. Protagonisti assoluti del fine settimana culturale il trenino verde e il trenino gommato, che hanno fatto spola tra Tortolì e Arbatax con a bordo entusiasti passeggeri, grandi e piccini. Uno straordinario modo di vivere la città e conoscere il patrimonio culturale e artistico in suo possesso, in un modo del tutto nuovo e coinvolgente.

Un fine settimana da ricordare e certamente da ripetere l’anno venturo.  Non è facile accontentare una città intera: questa manifestazione ci è riuscita. Complimenti a tutti gli organizzatori e a tutti coloro che hanno offerto le proprie competenze e il proprio tempo per il bene della comunità intera.

Quasi un milione e mezzo di euro di ricavi non dichiarati, centinaia di migliaia di euro di Iva evasa e decine di lavoratori gestiti in maniera irregolare. È questo il bilancio dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Muravera, in coordinamento con il gruppo di Cagliari e con l’Ispettorato nazionale del Lavoro, che ha messo sotto la lente un’attività di ristorazione della costa sud-orientale dell’isola.

Le indagini hanno portato alla luce una situazione definita dagli stessi militari come quella di un vero e proprio “evasore totale”: la società a responsabilità limitata subentrata nell’affitto dell’azienda non aveva formalizzato alcun contratto e, negli ultimi cinque anni, non aveva dichiarato i ricavi né versato l’Iva.

Ma non solo. È emersa anche l’interposizione illecita di manodopera: circa 80 lavoratori, per un totale di oltre 6.000 giornate di lavoro, risultavano formalmente assunti da una cooperativa distinta, pur operando stabilmente all’interno del ristorante. Una pratica che ha configurato un’indebita dissociazione tra datore di lavoro effettivo e nominale. Alla luce degli accertamenti, entrambe le società coinvolte sono state colpite da una maxi-sanzione fino a 60mila euro, oltre al recupero delle somme evase.