Lucchetti sulla torre di San Gemiliano

Tortolì. Arrivano i lucchetti alla Torre di San Gemiliano.

Oltre al peso dei secoli e dei rifiuti che decine di incivili abbandonano ogni giorno nei suoi dintorni, la torre di San Gemiliano, da sempre meta privilegiata degli innamorati ogliastrini, deve sopportare un fardello ulteriore: quello dei lucchetti che da qualche mese svettano nella parte superiore.

Non è un caso che la location, dalla quale si possono ammirare la costa e i monti che circondano Tortolì, sia stata scelta dalle coppiette per lasciare ai posteri un segno del proprio passaggio, ma più di un cittadino teme che quella dei lucchetti diventi una vera e propria mania.

Al di là delle romantiche intenzioni del gesto, infatti, questa nuova abitudine si aggiunge a una serie di atti di vandalismo (scritte, graffiti, rifiuti) che in questi anni hanno contribuito a deturpare un gioiello di grande importanza storica, troppo spesso vittima dell’inciviltà dei visitatori e della noncuranza delle istituzioni.

Nonostante fosse la terza manifestazione contro il genocidio che si sta compiendo a Gaza in pochi giorni, a Cagliari hanno partecipato al corteo di questa mattina, 10 mila persone. Allo sciopero generale hanno aderito in tantissimi e molte scuole del capoluogo sono rimaste chiuse. Pochi disagi invece per quanto concerne i trasporti.

Foto di Claudia Sarritzu

Un serpentone lunghissimo da piazza del Carmine fino al Consiglio regionale per dire stop al massacro di civili e alla pulizia etnica dei palestinesi.

Slogan e canti hanno accompagnato il corteo che si è poi fermato in via Roma sotto al parlamento regionale. Tanti i fischi rivolti alla politica nazionale e locale. Sì è chiesto una maggiore risposta in termini di boicottaggio e una completa interruzione dei rapporti con Israele.

Foto di Claudia Sarritzu

A manifestare uomini e donne di ogni età. Tantissimi studenti e studentesse e altrettanti bambini e bambine. Un fiume umano che ha voluto gridare anche in questa occasione che Cagliari sta dalla parte del popolo oppresso e lontana anni luce dalle scelte governative che ci vedono tra i pochissimi paesi al mondo che ancora non hanno riconosciuto lo Stato della Palestina.