Una piramide a gradoni in pieno centro storico: in quale paese sardo ci troviamo?

Entrando, un piccolo vestibolo ti accoglie come un preludio misterioso. Poi, un’anticamera ti prepara all’ultimo atto: la camera funeraria principale, rettangolare e immensa...dove ci troviamo?
canale WhatsApp
Varcare l’ingresso di Sa Presonedda è come attraversare una porta sospesa nel tempo. Davanti a te si erge una piramide a gradoni, composta da blocchi di ignimbrite tenuti insieme da malta di calce, materiale che punici e romani conoscevano bene e adoravano usare per costruire meraviglie. Ogni gradone sembra raccontare un frammento di storia, un’eco lontana di chi qui ha voluto lasciare un segno indelebile.
Entrando, un piccolo vestibolo ti accoglie come un preludio misterioso. Poi, un’anticamera ti prepara all’ultimo atto: la camera funeraria principale, rettangolare e immensa. Le sue cinque nicchie sulle pareti sembrano occhi che ti osservano, mentre il soffitto a doppio spiovente e le modanature sinuose ti guidano lo sguardo verso l’alto, verso il cielo di un tempo lontano.
La porta che chiudeva il sepolcro non è meno straordinaria: una gigantesca ruota di calcare, unica nel suo genere e riccamente decorata. Tra i motivi, alcuni vedono la facciata di un edificio ellenistico, altri intravedono simboli misteriosi legati ai culti sotterranei e al mito dei gemelli Dioscuri, custodi del ciclo eterno di vita e morte. È come se la porta stessa raccontasse un enigma, invitando chi la osserva a decifrarlo.
Nel corso dei secoli, il monumento ha subito spogliamenti e saccheggi: decorazioni, statue e parte della struttura originaria sono state rimosse, ma la forza dell’architettura persiste. Un tempo, il sepolcro doveva innalzarsi come un prisma o una piramide tronca, decorato con rilievi in marmo e iscrizioni, un mausoleo a torre che univa la grandezza punica a quella romana.
Sa Presonedda non è solo una tomba: è un simbolo, un messaggio dai membri più eminenti della Sulci romana che volevano mostrare il loro prestigio e il loro potere. È un monumento che ci parla del passato, della cultura che fondeva Oriente e Occidente, e ci sfida ancora oggi a leggere le sue storie tra le pietre, i rilievi e le nicchie silenziose.
Solo uno dei due mausolei di questo tipo sopravvive a Sant’Antioco: l’altro, vicino alla costa, è stato distrutto agli inizi del XX secolo. Ma camminando tra le ombre di Sa Presonedda, sembra quasi di sentire ancora i passi dei suoi antichi custodi, e il sussurro di leggende che attraversano i secoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA