Lo sapevate? Come si dice zitella in sardo?

Le donne che non trovavano marito in una terra agropastorale come la Sardegna sino a qualche decennio fa erano talvolta oggetto di scherno e di pettegolezzi. Sapete come venivano e vengono ancora definite in sardo campidanese le zitelle? E da dove deriva questa definizione?
Lo sapevate? Come si dice zitella in sardo?
Le donne che non trovavano marito in una terra agropastorale come la Sardegna sino a qualche decennio fa erano talvolta oggetto di scherno e di pettegolezzi. Sapete come venivano e vengono ancora definite in sardo campidanese le zitelle? E da dove deriva questa definizione?
Come si dice zitella in sardo? No, non è uno scioglilingua e no, non è un insulto da bar. Insomma, preparatevi perché dietro questa parola c’è tutta una storia che mescola ironia, cultura, un pizzico di malizia e pure… tasse!
In una Sardegna di qualche decennio fa – quella agropastorale – le donne che non si sposavano erano spesso nel mirino di occhiatacce, bisbigli e commenti al veleno. Una sorta di sport popolare del dopocena: “Hai visto quella? Ancora senza marito…” Eh sì, la vita non era facile per le donne nubili. Ma sapete come venivano (e in certi casi vengono ancora) chiamate in sardo campidanese? Tenetevi forte: bagadia. E gli uomini? Anche loro non se la cavavano proprio benissimo, perché lo scapolo, il celibe, il solitario irriducibile da balli di paese… era su bagadiu, talvolta additato come omosessuale. Un’accoppiata di termini che oggi suonano quasi buffi, ma che all’epoca erano carichi di significato.
E no, non è una parola inventata da una zia linguacciuta o dal vicino impiccione. Bagadiu e bagadia affondano le radici nientemeno che nel latino! Derivano da vacuus, vacua, vacuum, che significa “vuoto”, o da vacativus, cioè “libero da impegni”. Ma attenzione: non si parla di libertà romantica alla Bridget Jones, eh… No no! Ai tempi, essere “vuoti” di matrimonio era quasi uno stato civile “anormale”, che la società guardava con una certa diffidenza. E in certi casi, si passava proprio alla cassa: avete mai sentito parlare della tassa de bagadiu? Un vero e proprio tributo comunale che colpiva i maschi non sposati. Altro che Netflix e serate in solitaria: qui si pagava per la libertà!
Quindi, quando oggi scherziamo su zitelle e scapoloni, ricordiamoci che in Sardegna c’era già tutto un vocabolario dedicato – con radici latine, implicazioni sociali e persino fiscali. Altro che parole al vento: bagadiu e bagadia raccontano un mondo intero.

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