I paesi più belli della Sardegna: Arbus e il suo territorio, tra spiagge natura selvaggia, vulcani spenti e miniere abbandonate.

Arbus, situato nella splendida Sardegna occidentale, è uno dei comuni più estesi d’Italia, secondo solo a Sassari nell’Isola. Il suo territorio è un mosaico di paesaggi unici: spiagge spettacolari, deserti dunali, vulcani spenti, colline coperte di macchia mediterranea e boschi ricchi di fauna selvatica, come cervi, martore e cinghiali. Un luogo dove la natura incontaminata regna sovrana e l’intervento umano è limitato al minimo indispensabile, rendendo l’esperienza autentica e lontana dal turismo di massa.

Arbus

Dimenticate alberghi di lusso, stabilimenti balneari affollati e animazione turistica: Arbus è sinonimo di accoglienza semplice, tipica dello stile di vita sardo. Qui troverete un’atmosfera genuina e rilassante, perfetta per immergersi nella bellezza naturale del territorio.

Dove mangiare
Per un’esperienza culinaria autentica, non potete perdere Sa Lolla (Arbus, via Libertà 245, telefono: 070 975 4004). Questo ristorante, gestito dal simpatico Mariano, offre piatti semplici ma dal sapore unico, realizzati con ingredienti a chilometro zero. L’accoglienza calorosa e l’atmosfera familiare rendono ogni pasto un piacere indimenticabile.

Naracauli, la laveria di Lord Brassey

Dove dormire
Se cercate un alloggio tranquillo e confortevole, l’Hotel Meridiana (via Repubblica 172, telefono: 070 9758283) è una scelta eccellente. Situato nel cuore del paese, offre camere pulite e ben curate, un ristorante interno e una piscina all’aperto per rilassarsi dopo una giornata di escursioni.

Il litorale di Arbus

Come arrivare
Raggiungere Arbus è semplice: partendo da Cagliari, percorrete la S.S. 131 per circa 44 km fino a Sanluri. Qui imboccate la 197 verso San Gavino, quindi svoltate sulla SP 4 in direzione Gonnosfanadiga. Dopo aver attraversato il paese, proseguite sulla SP 196, che vi condurrà direttamente ad Arbus. Il tragitto, di circa 77 km, richiede poco più di un’ora.

Un territorio unico: spiagge, miniere e storia
La Costa Verde, con i suoi 47 km di coste, offre spiagge indimenticabili come Scivu, Piscinas, Torre dei Corsari e Pistis, circondate da ginepri e dune tra le più alte d’Europa. Qui il mare è aperto e turchese, perfetto per chi cerca tranquillità e panorami mozzafiato. Non è raro avvistare tartarughe marine che depongono le uova, mentre i tramonti regalano scenari perfetti per fotografie suggestive.

L’entroterra non è da meno, con il Monte Arcuentu, un vulcano spento che ospita sulla sua cima i resti di un castello di epoca giudicale. Accanto a questi scenari naturali, si ergono le testimonianze della storia industriale della zona: le miniere abbandonate di Montevecchio e Ingurtosu, un tempo tra le più importanti d’Europa per l’estrazione di piombo, zinco e galena argentifera. Oggi, questi luoghi raccontano storie di fatica e progresso, con ruderi e macchinari immersi in una natura che sta riconquistando il suo spazio.

Cosa comprare
Arbus è famosa per l’artigianato locale. Da non perdere i coltelli artigianali, tra cui la celebre Arburesa, usata dai pastori, e i prodotti enogastronomici, come formaggi e miele. Anche i cestini intrecciati a mano sono un ottimo souvenir da portare a casa.

Arbus e il suo territorio rappresentano una tappa imperdibile per chi desidera scoprire una Sardegna autentica, lontana dalle rotte turistiche tradizionali.

Lo sapevate? Che cosa significa l’espressione sarda “a matza bruta”?

Un’espressione colorita che molti conoscono ma non tutti sanno da dove derivi. Scopriamolo insieme.

Lo sapevate che l’espressione sarda “A matza bruta” non significa quello che sembra? Probabilmente l’avete sentita almeno una volta, magari in un acceso dibattito o quando qualcuno vi raccontava della sua giornata “storta”, ma pochi si soffermano davvero a chiedersi: “Da dove arriva questa frase così curiosa?” Bene, facciamo un salto nelle radici di questa colorita perla linguistica.

Il sardo, si sa, non è una semplice lingua: è un universo di sfumature, metafore e immagini spesso improbabili ma tremendamente evocative. Prendiamo proprio “A matza bruta”. Si può scrivere con una o due “t”, a scelta, tanto il senso rimane quello. Ma di preciso, cosa significa? Letteralmente potremmo tradurlo come “interiora sporche” o “budella malridotte”. E già qui siamo nel pittoresco: vi immaginate qualcuno con le interiora fuori posto? Forse meglio di no. Ma il punto è che questa espressione non va mai presa alla lettera. In sardo, “essere a matza bruta” descrive uno stato d’animo ben preciso: siete arrabbiati, irritati, scocciati, magari con quella faccia che sembra dire “non mi parlare, non è giornata”. Insomma, avete la luna storta.

E non è finita qui! Il termine “matza” da solo è già un mondo. Può significare “pancia”, “trippa”, “interiora”, ma anche “mollica” – sì, quella del pane. Non chiedetemi come si passa dalle interiora al pane, probabilmente serve un poeta per capirlo, ma il sardo è così: una lingua che collega mondi lontani con un solo vocabolo. Poi, giusto per complicare la faccenda, “Matzabruta” scritto tutto attaccato viene pure usato come soprannome. Ma attenzione: in questo caso indica una persona sporca, non tanto fisicamente, quanto moralmente. Qualcuno che vive per far del male o per portare negatività nella vita altrui. Non proprio il tipo che invitereste a cena.

Quindi, tornando a noi: la prossima volta che vi svegliate di cattivo umore o vi sentite irritabili senza un vero motivo, sappiate che i sardi hanno già la definizione perfetta per voi. Siete a matza bruta! Ma niente paura: capita a tutti, anche ai migliori.