Via Lamarmora chiusa: un ponteggio montato 8 anni fa è a rischio crollo. La rabbia degli abitanti

La segnalazione. "Siamo imprigionati nel nostro quartiere tra sporcizia e questo ponteggio, montato 8 anni fa, per colpa del quale sono state soppresse 2 fermate del bus e adesso è addirittura a rischio crollo", lo sfogo dell'associazione Uniti per Castello che raduna gli abitanti del quartiere storico cagliaritano.
Grossa criticità verificatasi nel quartiere di castello: un ponteggio montato circa otto anni fa e in stato di totale abbandono all’altezza dell’ex scuola Manno, viene dichiarato a rischio crollo. Via Lamarmora viene chiusa nella parte alta. La segnalazione ci arriva dall’associazione Uniti per Castello che raduna gli abitanti del quartiere storico cagliaritano.
“Questo ponteggio con l’ingresso della nuova flotta del CTM della linea 7 ha portato all’impossibilità dei mezzi pubblici di poter attraversare il nostro quartiere. Così due fermate di via Lamarmora sono state sopresse. Due giorni fa è stato necessario un intervento urgente della Polizia municipale e dei Vigili urbani per chiudere completamente la parte alta della via. Il famoso ponteggio presente da anni nell’ex scuola Manno è stato colpito da una macchina e dichiarato instabile in quanto a rischio crollo”.
La circolazione di tutti i mezzi è così stata interdetta ed è stato istituito il solo passaggio pedonale in sicurezza. “Abbiamo parlato con l’ingegnere chiamato a valutare la situazione che ha analizzato l’accaduto e verbalizzato lo stato attuale del ponteggio e la sua precarietà. Ma allo stato attuale delle cose, l’ingegnere ha auspicato l’imminente rimozione del ponteggio e la messa in sicurezza della parte alta della facciata attraverso una rete contenitiva per evitare l’eventuale caduta dei detriti. Abbiamo anche avuto modo di interloquire col sindaco e ci ha assicurato che si impegnerà affinchè nel più breve tempo possibile venga ripristinato il passaggio del bus. Speriamo vivamente che tutto ciò avverrà il prima possibile perchè ora ci sentiamo imprigionati e abbandonati”.

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