Lo sapevate? Da dove quale specie geneticamente i cavallini della Giara?

Il cavallino della Giara geneticamente è un residuo di una popolazione di cavalli importati probabilmente alla fine dell'età del ferro dal Medio Oriente.
Lo sapevate? I cavallini della Giara sono una delle meraviglie naturali più affascinanti della Sardegna, piccoli ma resistenti, capaci di adattarsi a un ambiente difficile e a condizioni climatiche spesso ostili. Per lungo tempo, la loro origine è stata oggetto di dibattito tra studiosi e appassionati di storia e zoologia. Alcuni sostenevano che questi equini fossero di derivazione araba, arrivati sull’isola grazie agli scambi commerciali con il Nord Africa. Altri, invece, ipotizzavano che fossero stati introdotti dai Fenici durante le loro rotte di espansione nel Mediterraneo.
Una recente teoria ha aperto un nuovo affascinante scenario: secondo cui i cavallini della Giara sarebbero stati già presenti sull’isola fin dal Neolitico e avrebbero convissuto con le popolazioni nuragiche, che potrebbero averli addomesticati ben mille anni prima dell’arrivo dei Fenici.
Geneticamente quel che è certo è che il cavallino della Giara sia un residuo di una popolazione di cavalli importati probabilmente alla fine dell’età del ferro dal Medio Oriente. Ancora oggi, questi piccoli cavalli rappresentano un simbolo dell’identità sarda, vivendo liberi sull’altopiano della Giara e conservando intatte le loro caratteristiche ancestrali, una rarità assoluta nel panorama europeo.
Occhi neri a mandorla, gambe corte, pelo folto, nero o bruno. Sono i cavallini della Giara. Tra i pochissimi selvaggi nel nostro continente (ci sono anche quelli dell’Aveto in Liguria). Ne sono rimasti circa 600 e rappresentano una delle più grandi attrazioni di questa sub regione. Sono più piccoli e tozzi dei cavalli normali: al garrese sono alti tra i 120 e i 130 cm. Nonostante le piccole dimensioni non vengono considerati come dei pony.
Il cavallino era diffuso allo stato selvatico in tutta la Sardegna almeno fino al Tardo Medioevo, mentre ora si trova solamente nell’altopiano della Giara. Alcuni esemplari vivono anche sul monte Arci, nella riserva naturale di capo Caccia ad Alghero e a Foresta Burgos, dove nel 1971, l’Istituto di incremento ippico di Ozieri ha creato un centro di allevamento e di ripopolamento. I cavallini della Giara venivano usati fino agli anni cinquanta per la trebbiatura del grano in Sardegna.
I cuaddeddus, o cavallini, non si possono toccare e raramente si vedono da vicino. Sono indomiti e irrequieti e si raggruppano in branchi (le mandrie sono i raggruppamenti di cavalli domestici) familiari stabili costituiti da un maschio dominante e da una a otto femmine. Vivono a 600 metri d’altitudine su un blocco di basalto formatosi 2,5 milioni di anni fa in seguito a un’eruzione vulcanica, un altopiano che si distende su 45 chilometri quadrati. È un’oasi faunistica protetta, dove pascolano liberi anche 300 bovini (cosa altrettanto rara in Europa). Nelle caratteristiche pinnette (capanne) trovavano rifugio i pastori, anche per 6-7 mesi, scendendo a valle ogni 20 giorni. La Giara comprende quattro comuni: Gesturi, Tuili, Setzu e Genuri, oltre a Genoni (quest’ultimo fuori dalla provincia del Medio Campidano).
Caratteristici della Giara sono i paulis, sorta di laghi poco profondi, che costituiscono riserve d’acqua e cibo importantissime per gli animali. Tra gli endemismi più interessanti ci sono l’erba Morisia monantha e il Lepidurus, minuscolo crostaceo con coda biforcuta, rimasto identico a 200 milioni di anni fa. Una macchia bassa molto folta è sovrastata dalle tre querce principali della Sardegna (sughera, leccio e roverella), che non crescono tantissimo perché sopra il basalto c’è pochissima terra e anche le piante non riescono a svilupparsi tanto in altezza.
Per visitare la Giara, luogo che offre pochi punti di riferimento e quindi è facile perdersi, potrebbe essere utile l’accompagnamento di una guida ambientale molto preparata come Roberto Sanna, della società Jara di Tuili (telefono 348 2924983), che organizza visite per bambini e per amanti del trekking.

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