Sa trattalia: piatto tipico sardo dal sapore irresistibile e trionfo della brace

Un sapore forte, le interiora dell'agnello avvolte negli intestini, quindi la brace, un po' di sale e un gusto inconfondibile, che sa di Sardegna. Può piacere molto o non piacere per niente ma chi la prova arrosto spesso viene conquistato.
Sa trattalia, un piatto tipico sardo dal sapore unico.
La Trattalia è una prelibatezza gastronomica sarda che si ottiene attraverso una particolare lavorazione delle interiora del capretto o dell’agnello, abilmente arrostite allo spiedo. Questo piatto si presenta sotto forma di un cilindro gustoso e ricco di sapori autentici.
Per preparare la Trattalia, si utilizzano il cuore, il fegato, il polmone e la milza del capretto o dell’agnello. Il procedimento inizia con il lavaggio e il taglio delle diverse parti dell’animale, che vengono poi infilate nello spiedo, alternandole a fette di pane, lardo e, talvolta, pomodori secchi. Questa composizione viene avvolta prima con il peritoneo e successivamente con l’intestino tenue, intrecciato abilmente intorno al composto per conferirgli la forma cilindrica caratteristica.
Il tutto viene cotto arrosto sulla brace del camino, con l’aggiunta di gocce di lardo di maiale riscaldato alla fiamma che ne esaltano il sapore. La Trattalia si gusta al meglio appena cotta, mantenendo tutto il calore e la fragranza della preparazione.
In alcune varianti locali, si possono aggiungere cipolle e foglie di alloro tra gli ingredienti principali, alternandoli nella sequenza dello spiedo. Inoltre, esistono versioni che prevedono una cottura in umido, con l’aggiunta di aceto o concentrato di pomodoro e piselli.
Da sottolineare che, in alcune zone della Sardegna, la ricetta potrebbe variare, eliminando l’uso del pane e dei pomodori secchi, ma mantenendo intatto il cuore della tradizione gastronomica che rende la Trattalia un piatto unico e delizioso.
Il tempo di cottura varia in relazione allo spessore della treccia e va da un’ora e mezza alle due ore. Quando la trattalia sarà quasi cotta aggiustare di sale.
Il risultato dell’arrosto sarà una pietanza croccante dal color oro ambrato. Il piatto va servito caldo, tagliata con fette dallo spessore di circa 3 cm.

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“Vi voglio bene, mi dispiace tantissimo. Sto andando via”: Oristano saluta Mirko Piras, chef e tiktoker simbolo di forza e umanità

Sempre col sorriso, anche fino all'ultimo giorno, Mirko Piras ha raccontato la sua malattia con coraggio e dignità, diventando un punto di riferimento per migliaia di persone.
«Sto andando via, mi dispiace tantissimo, vi voglio bene». Sono queste le ultime parole lasciate da Mirko Piras, chef oristanese e volto amatissimo sui social, prima di spegnersi all’età di 50 anni all’ospedale Businco di Cagliari. Parole semplici, cariche di amore e gratitudine, rivolte a chi gli è stato vicino nel suo lungo e difficile percorso.
Oggi, 5 luglio, Oristano gli darà l’ultimo saluto. La salma giungerà dalla struttura ospedaliera cagliaritana alla città dove Mirko era nato e cresciuto, per i funerali che si sono tenuti questa mattina nella chiesa dei Cappuccini. Attese centinaia di persone: amici, conoscenti, cittadini e tanti follower che lo hanno seguito giorno dopo giorno in quella che è stata una vera testimonianza pubblica di vita, dolore, speranza.
Mirko, cuoco in numerosi locali della città, aveva conquistato il cuore di migliaia di persone con i suoi video su TikTok, dove condivideva pensieri e frammenti della sua quotidianità, anche nei momenti più difficili. Con oltre 38mila follower, era diventato un riferimento per chi affronta la malattia, riuscendo a raccontare il dolore con ironia, lucidità e una disarmante autenticità.
«Sei stato un grande guerriero, rimarrai per sempre nei nostri cuori» è uno dei tanti messaggi di affetto comparsi sui social, dove da ore si susseguono parole di commozione e ricordi. Una vera ondata di cordoglio che ha travolto la rete, segno di quanto Mirko fosse amato e stimato. Con il suo sorriso, anche nei giorni più duri, ha lasciato un messaggio profondo: mai arrendersi, mai smettere di amare la vita, anche quando questa diventa difficile da affrontare.

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