Da diversi anni a questa parte, il mondo della ristorazione cagliaritano ha un respiro sempre più internazionale. Le influenze sono varie: nipponiche, sudamericane, indiane, africane. Ma una, tra le diverse proposte culinarie presenti in città, spicca per storia e attaccamento al territorio: si tratta di Smell Brasil, un ristorante di cucina Brasiliana che porta il sapore e la passione del paese verdeoro direttamente nel cuore dell’Isola.

La storia di Anderson Tomasin Fischer inizia in Brasile, sua terra d’origine, quando scopre il suo talento nel calcio. Da quel momento Fischer inizia a viaggiare per il mondo, seguendo la sua passione, e 18 anni fa arriva in Italia per giocare a calcio a 5. Da allora girerà su e giù per lo stivale: Lazio, Sicilia, Veneto, prima di stabilirsi in Sardegna e scegliere Cagliari come sua seconda casa. Ma le passioni di Fischer non si limitano al mondo dello sport, e 10 anni fa decide di lasciare il calcio per dedicarsi a una nuova avventura: diventare il Pelé del mondo della ristorazione.

Con il suo socio Fabiano (anche lui brasiliano) apre in via Nuoro Smell Brasil, una churrascaria con formula buffet all you can eat e dal menù ricco e caratteristico, che spazia dai primi, ai secondi, ai contorni. I piatti sono tanti e diversi: come la coxinha, un antipasto ripieno di carne e verdure che alla vista appare molto simile ai nostri arancini siciliani, o i Pão de queijo, piccoli panini al formaggio la cui ricetta affonda le sue origini nel XVIII secolo, per non parlare della famosa Feijoada di fagioli neri, vero e proprio simbolo della cucina brasileira.

Coxinha, antipasto a base di pollo molto popolare in Brasile e che nella forma ricorda gli arancini siciliani.

Ma il piatto forte di Smell Brasil non poteva che essere il churrasco, una grigliata mista con dieci diversi tagli di carne (brasiliana e locale), e servita direttamente sul piatto dai maestri grigliatori che girano per la sala portando i succulenti pezzi di carne su spiedi giganti.

Ogni volta che si entra da Smell Brasil, si viene accolti da un ambiente caldo e festoso. Il personale, brasiliano al 100%, è gentile e premuroso, capace di far sentire le persone come a casa.  L’idea del loro business lunch nasce da questo: un pranzo in famiglia, un buffet illimitato con prezzo fisso a 12 €, dove ognuno può servirsi da solo, senza dover aspettare tempi infiniti prima di poter tornare a lavoro.

L’avventura di Anderson Fischer non è sempre stata semplice, ci sono stati anche dei momenti difficili, come il periodo del Covid durante il quale il locale è rimasto chiuso per quasi due anni. Ma l’imprenditore brasiliano non si è arreso di fronte alle difficoltà, si è rimboccato le maniche e dribblando gli ostacoli, ha affrontato le difficoltà a testa alta, ed ora Smell Brasil può nuovamente vantare numeri pre Covid, con il  pienone in tutti e tre i piani del locale. 

E con la stagione primaverile ed estiva alle porte, Smell Brasil si prepara ad andare in trasferta: il locale sarà, infatti, ospite della Festa del Gusto e della Festa Latina, dove porterà i ricchi sapori della sua cucina in versione street food in giro per la Sardegna a ritmo di Samba.

È morto a 77 anni Sergio Frau, giornalista e scrittore nato a Roma da famiglia di origini sarde, tra le firme più note della cultura italiana. Figura eclettica, capace di unire rigore giornalistico e passione per il mito, è ricordato soprattutto per aver rilanciato, con i suoi studi, l’ipotesi che la leggendaria Atlantide fosse in realtà la Sardegna.

Nel 2002 pubblicò il saggio Le Colonne d’Ercole – Un’inchiesta, in cui propose di rileggere i testi di Platone alla luce di un’interpretazione innovativa: le mitiche Colonne non andrebbero collocate solo nello Stretto di Gibilterra, come comunemente si ritiene, ma anche nel Canale di Sicilia. In questo scenario, l’isola di Atlante dei dialoghi platonici Timeo e Crizia coinciderebbe con la Sardegna, portando la civiltà nuragica al centro di una nuova visione storica e archeologica.

Secondo un’altra teoria di Frau, inoltre,  sarebbe stato un catastrofico tsunami a colpire e indebolire la civiltà nuragica, cancellando in parte la sua grandezza e alimentando così il mito dell’isola perduta di Atlantide.

La sua ricerca sull’Atlantide sarda non rimase confinata ai libri: nell’aprile 2005 un simposio dedicato al suo saggio si tenne nella sede dell’UNESCO a Parigi, accompagnato dalla mostra Atlantika: Sardaigne, Ile Mythe. Un anno più tardi, nell’ottobre 2006, anche l’Accademia Nazionale dei Lincei ospitò un convegno sui suoi studi, inaugurando la mostra Atlantikà.

Il 24 settembre 2010 Frau fu insignito a Roma della prima edizione del Premio di giornalismo L’isola che c’è.

Con la sua opera, Sergio Frau ha lasciato un segno profondo nel giornalismo culturale e nella riflessione sul rapporto tra mito, storia e identità mediterranea. La Sardegna, che fu al centro delle sue ricerche e delle sue passioni, oggi lo ricorda come il narratore che tentò di restituirle il posto che, a suo avviso, le spettava nel cuore della storia antica.