Nel tragico incidente di ieri lungo la SS 131 all’altezza del bivio per Orotelli ha perso la vita un 50enne di Zerfaliu, Denis Crobu. Queste le parole del sindaco del paese, Pinuccio Chelo, per ricordarlo.

“Cari compaesani, amici Sindaci, come avrete saputo dagli organi di stampa, ieri lungo la strada statale 131 bis si è verificato un tragico incidente stradale nel quale ha perso la vita un nostro compaesano e amico, Denis Crobu. L’episodio ha gettato nel più profondo dolore e sconforto i familiari e l’intera popolazione. Denis era una bravissima persona, un padre premuroso e un marito esemplare, che dedicava la maggior parte del tempo libero alla famiglia non disdegnando, però, anche la partecipazione agli eventi sociali. Grande lavoratore, svolgeva con bravura le mansioni di operatore di mezzi pesanti sin dalla maggiore età, seguendo le orme paterne.

L’amministrazione comunale, ritenendo di interpretare i sentimenti e i principi della popolazione ha ritenuto opportuno chiedere al Questore di Oristano, Dr. Giuseppe Giardina, il rinvio della “Giornata della Legalità” prevista per domani, 25 maggio 2023. Il Questore e il suo staff dirigenziale, rispettosi e buoni conoscitori del popolo sardo e sensibili alle loro tradizioni e usanze, hanno dato l’assenso al posticipo della manifestazione a data da destinarsi. Ringrazio di cuore il Questore e i Dirigenti della Polizia di Stato per l’interlocuzione positiva nella vicenda, che dimostra vieppiù la vicinanza alla popolazione. Chiedo comprensione per la decisione del rinvio ma non potevo esimermi dal prendere questa decisione. A presto. Pinuccio Chelo Sindaco di Zerfaliu”.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.