Lo sapevate? Il grande Riva aveva una passione per le auto veloci. Adorava le Alfa Romeo.

Il più grande calciatore della storia del Cagliari da giovane amava le auto sportive e la velocità. Riva era un alfista convinto e divenne anche socio di una concessionaria in città.

Una delle passioni di Riva era la velocità. Era piuttosto frequente vederlo sfrecciare con la sua auto sulla litoranea o nelle tortuose stradine dell’entroterra. Più di una volta pare che le forze dell’ordine abbiano chiuso un occhio una volta verificato chi c’era al volante. L’aneddoto migliore riguarda però Roberto Boninsegna, suo compagno al Cagliari e in Nazionale che una volta sceso dall’auto di Riva dopo una folle corsa sulle strade della Sardegna decise seduta stante di sottoscrivere un’assicurazione sulla vita.

Nel 1964, Gigi Riva con i soldi del primo contratto al Cagliari acquistò una fiammante Giulia Alfa Romeo 1600 Quadrifoglio Verde. Auto simbolo di quell’epoca, la più veloce e speciale, senza dubbio, della sua categoria. Un modello a quattro fari, più aggressivo, e con uno speciale cambio a cinque marce. Una rarità per quei tempi.

Nel 1964 sia uomo che macchina erano entrambi ancora “giovani”, entrambi sarebbero diventati due miti. La foto è datata 1964, anno in cui Riva approdò a Cagliari neanche 20enne.

Il secondo capitolo fu ancora più intenso. Con la supercar del Biscione. Alfa Romeo Montreal (prodotta dal 1970 al 1977) per Gigi Riva, una 2+2 disegnata dal mitico Marcello Gandini. E dotata di motore V8. Una GT speciale, con la sfortuna di arrivare sul mercato poco prima della crisi del petrolifera. Che le tarpò le ali. Ma che coppia con Rombo di Tuono!

Il suo meccanico di fiducia a Cagliari era Albino Cocco, scomparso recentemente, e titolare di una famosa officina autorizzata. Riva divenne poi socio della concessionaria Alfa Romeo Riva, Cocco & Saba, in viale Ciusa a Cagliari.

Gigi Riva amava comunque anche le Fiat.

Qui il grande campione del Cagliari fotografato a Su Siccu con la sua magnifica Fiat Dino Ferrari, vettura sportiva prodotta tra il 1966 ed il 1972, qui in versione cabriolet.

Un’icona del calcio sardo rivive attraverso l’arte dei mattoncini. Maurizio Lampis, artista dei mattoncini e fondatore del museo Karalisbrick, ha realizzato una nuova opera e stavolta l’ha dedicata a Gianfranco Zola, «per me il più grande calciatore sardo di sempre».

Foto e opera di Maurizio Lampis

«È il mio tributo a Gianfranco Zola – racconta Lampis – un campione che ha vestito maglie prestigiose come quelle di Napoli, Parma, Chelsea e del Cagliari, prima del ritiro». Un omaggio sentito a un fuoriclasse che ha scritto pagine indimenticabili della storia del calcio italiano e internazionale.

Foto e opera di Maurizio Lampis

Soprannominato in Inghilterra “The Magic Box” per le sue giocate di pura fantasia, classe ed eleganza, Zola è stato un simbolo soprattutto ai tempi del Chelsea, dove ha conquistato il cuore dei tifosi con il suo talento raffinato e imprevedibile.

L’opera è un quadro-mosaico realizzato con circa 3.000 mattoncini LEGO, assemblati uno a uno in due settimane di intenso lavoro. Un progetto che unisce passione sportiva e creatività artistica, trasformando il volto di un campione in un’immagine iconica fatta di colori e geometrie.

Foto e opera di Maurizio Lampis

Ancora una volta Maurizio Lampis dimostra come i mattoncini possano diventare uno strumento d’arte capace di raccontare storie, emozioni e grandi miti, rendendo omaggio a uno dei simboli più amati della Sardegna sportiva.