La scomparsa delle foreste millenarie della Sardegna: storia, degrado e tentativi di rinascita.
La Sardegna, un tempo ricoperta da fitte foreste millenarie, ha visto il suo paesaggio trasformarsi radicalmente nel corso dei secoli a causa di interventi umani e politiche di sfruttamento intensivo.
Questa evoluzione ebbe inizio già in epoca romana, quando l’isola venne utilizzata come fonte di legname per la costruzione di navi, edifici e strutture pubbliche, contribuendo al disboscamento delle pianure e alterando profondamente l’ecosistema originario. Con l’arrivo degli spagnoli nel XVI secolo, la situazione non migliorò: le foreste furono abbattute per ottenere legname destinato ai cantieri navali e all’esportazione, accelerando ulteriormente il processo di deforestazione. Tuttavia, fu con l’annessione al Regno dei Savoia, nel XVIII secolo, che il ritmo distruttivo subì un’accelerazione significativa.

Un tratto di foresta primigenia in Sardegna
Nel 1820 venne emanato l’Editto delle Chiudende, una legge che sanciva la proprietà privata delle terre demaniali, favorendo l’espropriazione delle terre comuni e la loro destinazione a coltivazioni agricole e pascoli, con un impatto devastante sul patrimonio boschivo. Tra il 1820 e il 1883, le foreste della Sardegna vennero abbattute per i quattro quinti, con un picco nel 1847: l’isola, che all’inizio del XIX secolo contava oltre 500.000 ettari di bosco, ne uscì ridotta a meno di 100.000. Il disboscamento intensivo era motivato dalla crescente richiesta di legname per carbone, traversine ferroviarie e altri materiali industriali, e in questo modo si compromettevano secoli di ecosistemi millenari. Con i primi decenni del XX secolo, fra mille difficoltà, prima lo Stato e poi la Regione autonoma della Sardegna, attraverso il Corpo forestale e l’Azienda Foreste Demaniali, hanno avviato una strenua opera di ricostituzione del patrimonio forestale isolano, con particolare attenzione alla ricostituzione del bosco ad alto fusto a partire dai cedui.
Oggi la Sardegna è la prima regione italiana per superficie forestale, con oltre 1.200.000 ettari, il 50,36% dell’isola, anche se in gran parte si tratta di macchia mediterranea evoluta e bosco misto a macchia, un lontano ricordo delle foreste millenarie che un tempo dominavano il territorio e che oggi sopravvivono solo in parte, testimoni silenziosi di secoli di sfruttamento e di lenta rinascita.
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