Ultimi acquisti del sabato, cagliaritani al Mercato di San Benedetto in vista del pranzo di Pasqua
Le ultime ore prima di questa Pasqua 2022 hanno visto tanti cagliaritani al Mercato di San Benedetto in vista del pranzo di domani
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Maialetto o agnello, la scelta è “ardua” per qualcuno. C’è chi, poi, opta per un menù di mare e allora ci si fa un giro al reparto pesce. Le ultime ore prima di questa Pasqua 2022, tanti cagliaritani dal primo mattino al Mercato di San Benedetto in vista del pranzo di domani.
C’è chi la passa in famiglia, chi gli amici; la Pasqua è un appuntamento irrinunciabile, ancor di più se si pensa alla totale libertà rispetto agli ultimi due anni. Limiti e restrizioni, in vigore lo scorso anno e in questo periodo, sono solamente un ricordo. I cagliaritani hanno voglia di vivere le festa in totale spensieratezza.
Sotto con gli acquisti mangerecci, dunque. Dalla carne al pesce, passando per i formaggi e le verdure. La tradizione di Pasqua si rispetta, anche a tavola. Il colpo d’occhio al portafoglio è sempre d’obbligo, visti generali rincari, ma la qualità viene sempre e comunque in primo piano.
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La storia del cagliaritano Michele Marongiu, dalla Sardegna alle Ande: “Pedalare come atto di presenza”

Ultracyclist cagliaritano, a marzo 2026 sarà l’unico italiano alla Fireflies Patagonia 2026, oltre mille chilometri tra Cile e Argentina, una delle sfide ciclistiche solidali più dure al mondo, con un obiettivo chiaro: sostenere la Fundación Vivir Más Feliz, che affianca bambini malati di cancro.
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Michele Marongiu non fa viaggi per arrivare da un punto A a un punto B: lui pedala per raccontare storie, portare vicinanza e trasformare la fatica in gesto concreto.
Ultracyclist cagliaritano, a marzo 2026 sarà l’unico italiano alla Fireflies Patagonia 2026, oltre mille chilometri tra Cile e Argentina, una delle sfide ciclistiche solidali più dure al mondo, con un obiettivo chiaro: sostenere la Fundación Vivir Más Feliz, che affianca bambini malati di cancro. «Pedaliamo per chi non può farlo», ripete spesso, «ed è questo che dà senso a ogni chilometro, anche a quelli più duri», perché per lui la strada non è mai solo strada, ma racconto, presenza, responsabilità.
Nel tempo il suo modo di vivere la bici si è costruito intrecciando sport, viaggio e solidarietà, come è accaduto nella Capo Nord Sardinia Expedition, 4.800 chilometri in sella attraversando l’Europa insieme ad altri tre ciclisti sardi, quattro mori partiti con un’idea semplice e potente: portare con sé decine di letterine scritte da bambini speciali, pensieri e desideri da consegnare simbolicamente a “Babbo Natale” a Capo Nord.
«In quei 4.800 chilometri ho capito che non stavo solo pedalando», racconta, «stavo portando con me il mondo di qualcuno, ed è una responsabilità enorme», un’esperienza che lo ha segnato profondamente e che ha cambiato per sempre il suo modo di stare sulla bici. Un’altra tappa fondamentale è stata la Marocco Expedition Women Challenge, un viaggio condiviso con un gruppo di donne sarde, pazienti ed ex pazienti oncologiche, tra montagne, villaggi e deserto, dove la fatica fisica si è intrecciata alle storie di chi ha conosciuto la paura e il coraggio silenzioso delle cose difficili.
«Accanto a loro ho capito che non esistono storie fragili», dice oggi Michele, «esistono solo storie forti che hanno bisogno di essere ascoltate e raccontate», e in quel contesto la bici ha smesso definitivamente di essere sport per diventare ascolto, rispetto, cammino condiviso. La Fireflies Patagonia è la sintesi naturale di tutto questo, strada, fatica e solidarietà fuse insieme, con ogni partecipante che pedala portando con sé un nome, un volto, una storia, seguendo un motto che Michele sente suo in ogni pedalata: “For those who suffer, we ride”.
«Quando le gambe non rispondono», spiega, «penso ai bambini per cui stiamo pedalando, e improvvisamente la strada cambia», perché la Patagonia, con i suoi spazi infiniti, il vento che non fa sconti e i silenzi che ti obbligano a essere sincero, «non ti permette di fingere, ti costringe a guardarti dentro». Accanto alla sfida sportiva porterà con sé anche “Post-it sulle Ande”, un’iniziativa simbolica in cui chiunque può affidargli un pensiero, una frase, un disegno o un ricordo che viaggerà con lui lungo tutte le tappe.
«Mi piace pensare», dice, «che in quel vento ci siano anche i pensieri di chi mi accompagna da lontano, di chi pedala con me senza essere lì». Tutto nasce in Sardegna, dalle strade di casa e dagli allenamenti all’alba, e arriva fino alla fine del mondo, con un messaggio che Michele sente sempre più suo: «esserci, semplicemente esserci, per chi ne ha bisogno».
Vistanet seguirà Michele e la spedizione fin dall’inizio: dalla preparazione alla partenza, fino al ritorno dalla Patagonia.
Dove seguirlo:
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