L’acciaio come materiale da costruzione per l’edilizia abitativa viene utilizzato già da diversi decenni in Paesi come Germania, Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti. L’utilizzo dei profili in acciaio formati a freddo nella realizzazione di edifici residenziali di piccole e medie dimensioni rappresenta ormai un fenomeno consolidato nel mercato delle costruzioni in tutto il mondo: in Italia è arrivato solo di recente. In Sardegna la prima ad avere l’intuizione di poter apportare un cambiamento significativo nell’edilizia abitativa è l’azienda Green Tech Costruzioni. Antonio Pianu e Alessio Serra, soci trentenni a capo dell’impresa edile con sede a Sardara e già impegnata in una pluriennale attività di lavorazione e utilizzo del cartongesso, l’anno scorso decidono di “cambiare rotta” e di dedicarsi alla costruzione e progettazione delle case ecosostenibili con tecnologia steel frame.

Ma perché scegliere un’abitazione Green Tech e non optare per una costruzione “tradizionale”? Scegliere il sistema costruttivo steel frame garantisce una serie di vantaggi che lo rendono più performante di un sistema costruttivo tradizionale. Analizziamo le peculiarità di una casa ecosostenibile moderna con la tecnologia light steel frame. Innanzitutto è velocissima nel montaggio: bastano infatti 4/5 mesi per avere la casa dei sogni chiavi in mano. I tempi del cantiere sono più che dimezzati con l’enorme vantaggio di poter avere la casa nuova in poco tempo: il sistema consente, inoltre, un notevole abbattimento dei costi di produzione e di cantiere, poiché, grazie alla leggerezza e alla massima precisione dei componenti, il trasporto e l’assemblaggio sono rapidi, semplici e veloci.

Lo steel frame permette di realizzare delle costruzioni ecosostenibili: l’acciaio è riciclabile al 100% e i consumi energetici in termini di efficienza termica, durata e resistenza sono ridotti sia durante la costruzione che durante la vita della casa. Sono ultra coibentate grazie a uno spessore delle pareti perimetrali di 24 cm, con un indice di trasmittanza termica senza eguali in edilizia. A differenza delle abitazioni con struttura in legno, le case in acciaio non risentono né dell’umidità né dell’azione della salsedine. Inoltre non vengono attaccate da tarli, funghi o parassiti e sono sicure anche in caso di incendio.

Sono antisismiche grazie alle capacità elastiche dell’acciaio e ai metodi di ancoraggio della struttura che garantiscono un’eccellente resistenza alle azioni dei terremoti. In fase di progettazione, oltre ad avere avere certezza dei costi di produzione precisi, consentono di creare un’abitazione con qualsiasi tipo di design, materiali e prodotti di alta qualità, finiture di pregio e tecnologia ai massimi livelli.

Ricorrere al metodo steel frame significa conoscere con certezza tempi di consegna e costi prima dell’inizio dei lavori di costruzione. Questo permette di conoscere in anticipo le modalità progettuali e l’esecuzione del lavoro eseguito professionalmente a regola d’arte.

Forti della partnership con la Knauf Italia, azienda leader nel settore delle costruzioni a secco, e la Scaffsystem, realtà industriale tra i massimi player sul mercato nazionale e internazionale nella produzione di soluzioni in acciaio per la logistica e l’architettura, la Green Tech Costruzioni è l’unico general contractor dell’Isola dalla progettazione alla consegna. L’azienda punta a investire sul mercato dell’edilizia in Sardegna per proporre una soluzione abitativa all’avanguardia, veloce, ecosostenibile, sicura ed ecologica.

Il tema dei rifiuti radioattivi in Sardegna torna a far discutere, soprattutto dopo che nuove ricerche condotte nella zona della Marmilla (Sardegna centrale) hanno fatto emergere un dato molto importante: i luoghi indicati in passato come possibili siti per lo stoccaggio non sono adatti.

La ragione principale è semplice ma decisiva, ce la spiega il geologo Luigi Sanciu. In queste aree l’acqua sotterranea si trova a poca profondità, troppo vicina alla superficie. Questo rappresenta un problema grave, perché uno dei criteri fondamentali per scegliere un sito adatto allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi è proprio che le falde acquifere siano ben protette e lontane dalla superficie, per evitare qualunque rischio di contaminazione.

Ma allora, perché queste zone erano state considerate “idonee”? La risposta sta nel fatto che all’epoca delle prime analisi non c’erano studi approfonditi sul sottosuolo della Marmilla. Mancavano dati aggiornati e precisi sull’andamento delle acque sotterranee. Le decisioni, quindi, si basavano su informazioni incomplete.

Oggi, grazie a nuove indagini più dettagliate, la situazione è molto più chiara: la Marmilla non è adatta a ospitare un deposito di rifiuti radioattivi. I rischi legati alla presenza di acqua troppo vicina al suolo sono troppo elevati per garantire la sicurezza necessaria in operazioni così delicate.

Questi nuovi dati sono fondamentali e dovrebbero essere tenuti in considerazione dalle istituzioni e dagli enti preposti. Fare scelte su temi così importanti senza conoscere bene il territorio è pericoloso, e la vicenda della Marmilla lo dimostra chiaramente. Una gestione responsabile dei rifiuti radioattivi richiede conoscenze scientifiche aggiornate e un’attenzione particolare alla tutela dell’ambiente e delle comunità locali. Solo così è possibile evitare errori e garantire davvero la sicurezza di tutti.