Il marketing unito all’ingegneria. Obiettivo, un aiuto per tante attività e aziende della Sardegna, soprattutto quelle giovani. Il risultato è Goimpresa, una realtà nata da giovani per aiutare chi vuole aprire e gestire una qualunque attività a “sconfiggere” le ataviche beghe della burocrazia, tuffandosi al meglio nella comunicazione, quella digitale, verso il mondo di clienti e consumatori. Dal supporto di Ilaria Ghirlanda ed Emanuele Corrias, allora, la possibilità di creare pacchetti online per chi vuole avviare un’impresa o ristrutturare una già esistente.

Goimpresa, la nascita in pandemia: ora un’opportunità e un aiuto per tutti i lavoratori

«L’idea di Goimpresa nasce proprio nel periodo più difficile per il lavoro, quello della pandemia di Covid-19, nella scorsa primavera 2020», spiega Ilaria Ghirlanda, laurea in architettura in tasca e tanta esperienza nel mondo nel marketing. E allora, insieme al socio ingegnere, Emanuele Corrias, è nata l’idea che ora è realtà per il lavoro sardo. «Immaginiamoci una persona che vuole iniziare a fare impresa e aprirsi un’attività: quante difficoltà deve affrontare, tra burocrazia e spese? Senza contare che, una volta avviata l’impresa, si deve curare la difficile parte di comunicazione e sito web. Ecco, noi offriamo supporto a queste persone, unendo le nostre competenze in ingegneria e marketing, sfruttando il potere dell’online».

Dai progetti alle autorizzazioni, burocrazia e spese: quante grane per gli imprenditori

Oggi sono tante le difficoltà per chi vuole fare impresa, soprattutto se si è all’inizio. Autorizzazioni e burocrazia, in primis, insieme alla ricerca dell’eventuale immobile e tutto ciò che ruota attorno. «C’è la parte tecnica e l’edilizia, insieme alle pratiche al comune e al catasto, e il protocollo di sicurezza: insomma, perdersi è facile». E non è tutto. Già, perché una volta sollevata la serranda si deve iniziare a lavorare su altro. «C’è la parte legata all’online, come sito web e logo, a volte trascurata, ma oggi davvero importante. Io e il mio socio abbiamo unito le nostre competenze e capacità e diamo supporto a 360 gradi a chiunque voglia fare impresa».

Goimpresa, un aiuto completo per le aziende: obiettivo semplificare la vita agli imprenditori

Ma non solo. Perché in questi tempi di chiusura e lavoro a distanza, si è reso necessario, anche per chi già navigava nell’esteso mare burrascoso dell’imprenditoria, adattarsi e “riciclarsi” al digitale e allo smartworking. Ed ecco dunque che le competenze di Ghirlanda e Corrias diventano oro colato per tanti. «Dalla pizzeria alla struttura ricettiva, così come l’impresa agricola: noi facciamo in modo che, una volta sollevata la serranda, anche la parte di comunicazione, logo e immagine, sia bene avviata».

Goimpresa sui social, una mano al lavoro: «Guardiamo negli occhi chi abbiamo davanti»

«Per il momento i nostri contatti sono sui social e Facebook. Ma il principio umano prima di tutto. Noi guardiamo negli occhi chi abbiamo davanti e diamo consiglio a tutti: il digitale deve essere accessabile a tutti».

Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini ha pubblicato una lunga lettera per riflettere molto criticamente sulla nascente Super League europea che andrebbe a creare di fatto un calcio “di Serie A” e un calcio di “Serie B”.

La lettera è una citazione riadattata del capolavoro letterario “Febbre a 90” di Nick Hornby, che narra la straordinaria passione per l’Arsenal di Paul Ashworth, interpretato nell’omonimo film tratto dal romanzo, da un giovane Colin Firth.

«Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose. Dopo un po’ ti si mescola tutto nella testa e non riesci a capire se la vita è una merda perché il Cagliari non sta facendo bene o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per il Cagliari quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo. Ok va bene tutto… ma non lo so, forse è qualcosa che non puoi capire finché non ci sei dentro. Come fai a capire quando mancano quattro minuti alla fine e stai 3 a 2 per i tuoi avversari in una partita decisiva e ti guardi intorno e vedi tante facce stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione, tutti completamente persi senza nient’altro per la testa… e poi succede qualcosa di magico, il fischio dell’arbitro e tutti che impazziscono…” *

Il calcio è questo, si vince e assai più spesso si perde. Ci sta. Ma senza il sogno di ogni singolo tifoso il calcio non ha senso. Non ci sono tifosi unti dal Signore, perché tutti sono accomunati da un’unica voglia immensa di sognare. Questa Terra, fiera e dignitosa, mi ha insegnato che non bisogna mai rassegnarsi e che bisogna sempre ricominciare a sognare. Puoi perdere ma non smettere di sognare fino a che quella palla continua a rotolare. Ora si vuole fermare quella palla e tutti i sogni che si porta dietro. Anche i sogni di chi fa impresa, e non finanza, di chi rischia di suo perché ha la stessa passione di un bambino che vede rotolare quel pallone. Non so se sarà la fine del calcio, di sicuro sarebbe la fine del calcio che mi ha fatto innamorare e decidere di fare pazzie. Quello che mi ha spinto a mettermi in gioco, a vivere momenti belli e meno belli, a soffrire per non riuscire a ripagare il sentimento della nostra gente, dei tanti tifosi che sognano insieme a me, a provarci sempre e comunque. Proprio loro, i tifosi… PERCHÉ SE NON CI FOSSERO LORO, A CHI FREGHEREBBE NIENTE DEL CALCIO?».