Sono stati gli agenti del Commissariato di P.S. Quartu Sant’Elena a porre fine a un incubo che per una donna della provincia di Quartu durava da anni.

Un uomo dell’hinterland cagliaritano perseguitava la sua vittima con vessazioni e violenze di ogni tipo nei confronti suoi e dei suoi familiari, tanto da condizionare totalmente le abitudini della donna.

Fino all’epilogo avvenuto ieri, quando la donna ormai sfinita dalla paura e dalla tensione ha deciso di chiedere aiuto in Commissariato.

Gli agenti dopo aver raccolto la testimonianza e lo sfogo della donna, visibilmente provata hanno aspettato lo stalker dentro il bar dove la vittima andava a mangiare nella pausa pranzo dal lavoro, e dove l’uomo molto spesso andava a minacciarla.

E anche in quell’occasione lo stalker si è puntualmente presentato pronto ad aggredire la sua vittima anche fisicamente, ma questa volta d attenderlo ha trovato i poliziotti che lo hanno arrestato e su disposizione del Pubblico Ministero Rossana Allieri, lo hanno portato nel carcere di Uta.

Si tratta di uno dei pigmenti più ricercati della preistoria ed è possibile trovarne anche in Sardegna (il campione che vedete in foto proviene dall’Iglesiente). Si tratta dell’ocra, “Una miscela di minerali ferrosi dall’aspetto “terroso”, in grado di sfumare in tonalità dal rosso al giallo”, specifica il geologo del GeoMuseo Stefano Incani di Masullas, Luigi Sanciu.

Dalla preistoria fino ai giorni d’oggi l’ocra ha avuto un carattere multifunzionale, assumendo molte volte un valore simbolico-magico. Nel Paleolitico l’utilizzo dell’ocra non era univoco: polverizzata, venne impiegata sia come colore nelle pitture rupestri sia nell’ambito dei rituali funerari.

L’ocra rossa fu ritrovata anche nelle sepolture neolitiche della Sardegna e trova un preciso significato nei rituali funerari attestati ad esempio nelle tombe della necropoli ipogeica del Neolitico Medio (4800-4450 a. C.) di Cuccuru S’Arriu di Cabras: nella tomba n. 387 il defunto era adagiato in posizione fetale con la statuina posta nella mano destra; il corredo era disposto tutto attorno al corpo; all’interno di una ciotola furono rinvenute due conchiglie aperte incrostate di ocra rossa, le cui tracce erano presenti anche sullo scheletro e sul corredo.