L’albero di Natale del Palazzo Civico si arricchisce di addobbi: i piccoli alunni portano decorazioni e doni

Le prime due scolaresche pronte ad addobbare l'albero di Natale del Palazzo Civico sono arrivate stamattina
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I primi a giungere al palazzo sono stati i piccoli alunni della scuola materna in lingua inglese Chatterbox che hanno portato in dono alcuni oggetti realizzati da loro per l’addobbo del grande albero, una piccola cornice, una palla dipinta e un pannello di auguri realizzato con legno e spago. Presenti oltre 30 bambini tra i 3 e i 5 anni, accompagnati dalle insegnanti ed assistenti della scuola.

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Omicidio Cinzia Pinna, le drammatiche dichiarazioni di Ragnedda: «Ha cercato di tagliarmi la lingua»

Un perito ha confermato la presenza di alcune ferite d'arma da taglio sul braccio del reo confesso, compatibili con un coltello per affettare il prosciutto, che sarebbe stato l'oggetto dell'aggressione.
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Omicidio Cinzia Pinna, le drammatiche dichiarazioni di Ragnedda: «Ha cercato di tagliarmi la lingua».
Un perito ha confermato la presenza di alcune ferite d’arma da taglio sul braccio del reo confesso, compatibili con un coltello per affettare il prosciutto, che sarebbe stato l’oggetto dell’aggressione.
Il caso dell’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa a colpi di pistola, si arricchisce di nuovi e sconvolgenti elementi forniti dal reo confesso, l’imprenditore Emanuele Ragnedda. Le sue dichiarazioni agli inquirenti, sebbene frammentate, stanno contribuendo a ricostruire il quadro nel quale è maturato il delitto all’interno del casolare di Conca Entosa, tra Arzachena e Palau.
Ragnedda ha fornito una versione drammatica degli istanti che hanno preceduto lo sparo fatale, parlando di un attacco subito dalla vittima: «Mi ha infilato un coltello in bocca e ha cercato di tagliarmi la lingua». L’uomo ha poi ammesso di aver compiuto la “scelta sbagliata”, riconoscendo: «Potevo andarmene, invece ho fatto la scelta peggiore». A confermare un quadro di caos, anche a causa dell’abuso di droghe, Ragnedda ha anche dichiarato: «Ho provato anche a rianimarla» dopo aver esploso il colpo di pistola che ha ucciso Cinzia Pinna.
Per verificare la veridicità delle altre affermazioni di Ragnedda sulla dinamica del delitto, gli inquirenti attendono le risultanze degli esami sul corpo della vittima. La Tac effettuata dal medico legale avrebbe già messo in luce che un colpo di pistola avrebbe raggiunto Cinzia al volto. Un dettaglio raccapricciante, complicato dal fatto che i proiettili non sono stati trovati.
Un ulteriore esame dovrebbe essere effettuato mercoledì, mentre l’autopsia potrebbe essere fissata per il giorno successivo. Le indagini potrebbero portare a un ulteriore sopralluogo a Conca Entosa, ritenuto fondamentale per la ricerca di prove.
Contemporaneamente, le indagini proseguono senza sosta per identificare eventuali complici di Ragnedda. L’attenzione si concentra in particolare su due donne e un uomo che potrebbero essere stati presenti nella casa del delitto e aver aiutato l’assassino nei giorni successivi all’omicidio e all’occultamento del cadavere. Persone che, secondo gli inquirenti, non avrebbero potuto non notare le evidenti tracce di sangue e la confusione nel casolare, e che potrebbero aver contribuito a far sparire prove importanti.

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