Herbie Hancock strega Cagliari e il Teatro Massimo: grandissimo spettacolo per la star del jazz mondiale
Il leggendario Herbie Hancock, il nome più importante del jazz contemporaneo, pianista e compositore americano si è esibito ieri, mercoledì 30 ottobre, nella prima serata del festival “Jazz in Sardegna”, al Teatro Massimo
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La star del jazz mondiale Herbie Hancock ha aperto, ieri sera, il festival “Jazz in Sardegna”, giunto alla 37a edizione, salendo sul palco del Teatro Massimo di Cagliari.
Il leggendario Herbie Hancock, che ha soggiornato al THotel, è senza dubbio la stella di quest’anno: il pianista e compositore americano si è esibito ieri, mercoledì 30 ottobre, nella prima serata del festival, al Teatro Massimo (e non più alla Fiera come annunciato inizialmente). Hancock era alla testa di una line up di altissimo livello con James Genus (basso), Lionel Loueke (chitarra), Terrace Martin (sax), Elena Pinderhughes (flauto), Justin Tyson (batteria). Quella di Cagliari sarà una delle tre tappe italiane del tour europeo di Hancock, che poi toccherà Sanremo (giovedì 31 ottobre Uno Jazz & Blues Festival) e Milano (venerdì 1 novembre, Conservatorio Verdi). Il suo giro d’Europa andrà avanti fino ai primi di dicembre, chiudendosi sul palco della Berline Philarmonie.
Herbie Hancock è forse il nome più importante del jazz contemporaneo. Compositore, tastierista, persino attore, con la sua opera che fonde il jazz più tradizionale col fusion e il funky ha dato una nuova spinta al genere. La sua carriera inizia ben oltre mezzo secolo fa, nel 1962, con l’album “Takin’ Off” ma nel corso della carriera ha affiancato tanti grandissimi nomi del jazz: Miles Davis (fu per molti anni nel suo quintetto), Wayne Shorter, Stevie Wonder, Quincy Jones, Jaco Pastorius ed altri ancora. Ha composto anche per il cinema, realizzando la colonna sonora del capolavoro di Michelangelo Antonioni “Blow Up”. Tra i tanti successi, quello più rilevante è sicuramente “Chameleon”, che ha fatto dell’album “Head Hunters” del 1973 uno dei dischi jazz più venduti di sempre. Negli anni Ottanta e Novanta non ha disdegnato incursioni nella musica elettronica e successivamente anche nel pop più da classifica, aprendo persino alle voci di John Mayer e Christina Aguilera. Un riconoscimento importante gli è arrivato nel 2008, quando il suo disco “River: The Joni Letters”, dedicato all’amica Joni Mitchell, fu insignito del Grammy Award.
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Una foto bellissima: Gigi Riva alla festa della tosatura a San Nicolo Gerrei

Una foto bellissima, di quelle che narrano un’epoca e l’affetto incondizionato di un popolo per il suo eroe sportivo, è emersa recentemente, ritraendo Gigi Riva in un momento di autentica gioia e semplicità.
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Una foto bellissima: Gigi Riva alla festa della tosatura a San Nicolò Gerrei.
Una foto bellissima, di quelle che narrano un’epoca e l’affetto incondizionato di un popolo per il suo eroe sportivo, è emersa recentemente, ritraendo Gigi Riva in un momento di autentica gioia e semplicità.
Lo scatto, divenuto virale grazie alla diffusione da parte di un Gruppo Facebook intitolato a Gigi Riva, cattura il campione rossoblù in un contesto del tutto inedito per l’icona del calcio italiano: la festa della tosatura a San Nicolò Gerrei. Siamo nel maggio del 1970, pochissimo tempo dopo l’impresa storica che vide il Cagliari conquistare il suo primo e unico scudetto, un trionfo che segnò per sempre la storia dell’isola e del calcio italiano, inondando la Sardegna di un orgoglio senza precedenti. Riva, Rombo di Tuono, la cui potenza in campo era leggendaria, si mostra qui in una veste profondamente umana e conviviale, circondato da amici e tifosi che in lui vedevano non solo l’attaccante formidabile, ma un vero e proprio sardo d’adozione, parte integrante della loro comunità. L’immagine lo immortala sorridente e felice, partecipe con disinvoltura a una delle tradizioni più radicate della cultura agro-pastorale sarda: in mano, non un pallone, ma uno spiedo, sul quale troneggia un maialetto arrosto, simbolo della convivialità e della gastronomia isolana. Questa foto, oltre a documentare la presenza del fuoriclasse in un piccolo centro dell’entroterra in un periodo così immediatamente successivo alla vittoria del campionato, testimonia la dimensione popolare e l’assoluta normalità con cui Riva viveva il suo rapporto con la Sardegna e i suoi abitanti, lontano dalla retorica patinata del grande calcio. È il ritratto della felicità semplice, meritata, di un campione che sceglie di celebrare il più grande successo della sua carriera abbracciando la quotidianità e le tradizioni della sua gente, in una foto bellissima che è un frammento prezioso della storia non solo sportiva, ma sociale dell’intera regione.
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