Cinzia Pinna è stata uccisa a soli 33 anni da Emanuele Ragnedda. Un femminicidio che ha sconvolto la Sardegna e che si aggiunge al lungo elenco di donne vittime di violenza. Se molto si è scritto e detto dell’uomo che le ha tolto la vita, ora a parlare è chi Cinzia l’ha conosciuta davvero. A ricordarla, con parole intrise di affetto e dolore, è la collega e amica Aleksandra Vaskiv, che sui social ha voluto tracciare un ritratto personale della donna.
«Cinzia era una donna, ma a volte sembrava quasi una bambina, per la leggerezza con cui sapeva affrontare la vita, per le marachelle che combinava e per le infinite coccole che chiedeva e, ancora di più, che donava» scrive Vaskiv. «Aveva una simpatia contagiosa, una bontà sincera e una sensibilità rara. Ma soprattutto, Cinzia era viva, piena di energia, di sogni, di voglia di esserci».
Un ricordo che mette in luce la sua generosità: «Era sempre disponibile ad aiutarti, anche nei momenti in cui forse era lei ad aver bisogno di sostegno. Se ti voleva bene, avrebbe fatto l’impossibile: avrebbe potuto persino prendere la luna e portartela, se glielo avessi chiesto».
La testimonianza restituisce anche l’immagine di una lavoratrice instancabile e di una donna capace di contagiare gli altri con entusiasmo: «Dal primo giorno in cui l’abbiamo conosciuta ci siamo affezionati a lei, conquistati dalla sua capacità di buttarsi a capofitto nelle nuove avventure, con quella luce negli occhi che nessuno potrà mai dimenticare. I suoi occhi, dolcissimi, rimarranno impressi dentro di noi per sempre».
Infine, il ricordo di momenti semplici ma indimenticabili: «Non dimenticherò mai le volte in cui arrivavi al lavoro saltellante, urlando a squarciagola il tuo inconfondibile “BUONGIORNOOOO!”, mentre lanciavi lo zaino in un angolo qualsiasi del bar perché, come al solito, eri in ritardo. Erano momenti semplici, ma pieni della tua essenza, e oggi sembrano preziosi più di qualunque altra cosa».
Un messaggio che si conclude con un augurio e una promessa: «Che il cielo ti accolga con una dolcezza maggiore di quella che la terra è riuscita a darti. Veglia su di noi, Cinzia. Continua a ridere con noi, a piangere con noi, a starci accanto nel silenzio assordante che hai lasciato».
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