Nella meravigliosa cornice del Parco della Musica a Cagliari, si è svolta la selezione di Miss Italia per eleggere la Miss Cagliari 2019. Davanti ad un numerosissimo pubblico 20 miss si sono contese questa prestigiosa fascia. A trionfare è stata Benedetta Casciano, 18 anni, alta 175, mora, studentessa, classica bellezza mediterranea.

Con un inizio coreografico coinvolgente, grazie al direttore artistico Laura Piras, le miss hanno sfilato in costume da bagno, abito elegante e body ufficiale del concorso. Vista l’importanza del titolo, la giuria non poteva che essere presieduta da un tecnico del sorriso, l’odontoiatra Alessandro Calvino, dello studio Arena e Calvino, coadiuvato dalla miss Sardegna 2018 Bianca Fusco e dalla Beauty Blogger Giulia Carucci, e da altri component esperti di bellezza.

La giuria ha così votato:

1. classificata – Miss Cagliari – Benedetta Casciano – 18 anni – Cagliari
2. classificata – Miss Rocchetta – Valentina Mura – 24 anni – Quartu Sant’Elena
3. classificata Miss Cagliari – Francesca Adamu – 21 anni – Quartucciu
4. classificata – Miss Cagliari – Rita Lobozzo – 22 anni di Dolianova
5. classificata Miss Cagliari – Emanuela Fanni – 19 anni – Santadi
6. Classificata Miss Cagliari – Laura Chironi – 19 anni Nuoro

Le 6 miss vincitrici della serata parteciperanno di diritto alla finalissima regionale in programma il 25 agosto a Castiadas.

Ospite della serata la giovanissima cantante Ylenia Lai e la scuola di danza Ballysmos di Quartucciu. Ha presentato Veronica Fadda. Madrina d’onore Bianca Fusco Miss Sardegna 2018

Videolina ha ripreso la serata per il programma “SiamoMiss” Miss Italia on The Road.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.