Una ditta di Villasor, operante nel campo delle riparazioni meccaniche, ha evaso il Fisco dal 2013 al 2017 non versando l’I.V.A. relativa alle stesse annualità. Dalle verifiche sulle entrate e le uscite dei conti correnti della società, i finanzieri di Cagliari hanno ricostruito le operazioni soggette a tassazione, scoprendo così che la ditta non pagava i tributi.

In particolare, non erano state versate le imposte, né l’I.V.A., per le annualità 2013-2017 e nascosti al Fisco i ricavi per un totale di 123.228 euro e 51.801 euro di I.V.A non versata.

Finalizzato al contrasto all’evasione fiscale anche il controllo che le Fiamme gialle di Iglesias hanno condotto su una tabaccheria della cittadina del Sulcis. Dal confronto fra i dati in possesso dai finanzieri, Libro Unico del Lavoro, documentazione obbligatoria in materia di lavoro e i versamenti effettuati dal sostituto d’imposta, è emerso che il titolare della tabaccheria, per gli anni d’imposta 2016, 2017, 2018 e per i mesi di gennaio e febbraio del corrente anno non ha versato le ritenute d’imposta a titolo d’acconto operate nelle buste paga, relative agli stipendi del personale dipendente, per un importo complessivo di 9.953 euro.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.