Per i ragazzi di Carracoi è un Natale da ricordare. Sotto l’albero di viale Matteotti infatti c’è un primo posto a 40 punti, così come le reti fatte in tutto il campionato, contro le 4 subite. In più, una classifica marcatori dominata dai due bomber gioiello Amorati e Meloni, rispettivamente a 15 e 13 reti.

La cronaca. Il Serramanna ridisegna la formazione rispetto a domenica scorsa. Squalificato Michel Medda, parte titolare Filippo Atzeni  dietro le punte Amorati e Meloni. Al centrocampo Frongia e Marco Ena, Felipe Silva basso davanti alla difesa, composta da Sanì, Aretino, Atzeni e Frau. Tra i pali, ancora Luca Concas. Capoterra in situazione di emergenza, a fronteggiare una “moria” di titolari e in una posizione di classifica non felice. Fischietto al signor Secchi della sezione di Carbonia.

Primi minuti poco animati, fino al sesto minuto. Amorati si procura un calcio di rigore sulla sinistra, su errore dell’esterno di difesa. Alla battuta lo stesso numero 9, ma Simone Camedda intuisce e para. Partita che nei minuti successivi non offre grandi spunti, con il Capoterra che in tutta dignità prova a fare il suo match anche se dalle parti di Concas arriva poco o nulla. Serramanna,  dopo l’errore su rigore, pare marciare con il freno a mano tirato, con Amorati che ancora sciupa un’occasione a un passo dal portiere. Al 24esimo Aretino lancia Meloni sulla sinistra, il numero 11 scappa via, mette in mezzo, ma dove non c’è nessuno. Poco dopo, Silva trova Filippo Atzeni, ma il numero 70 è in fuorigioco. Al 26esimo ecco però la rete dell’1 a 0. Amorati, servito bene davanti al portiere, scavalca di pallonetto Camedda, palo, e palla messa dentro “di forza” dallo stesso numero 9. Capoterra non abbassa la testa e Simbula per poco non crea guai a Concas e reparto. Crociati ancora in iniziativa, Farigu, su lancio lungo, è troppo defilato e poco dopo ci prova Serreli ma la conclusione è troppo debole. Al 37esimo Amorati apre per Meloni che si mette in proprio ma calcia troppo debole su Camedda. Ancora, Amorati a tu per tu con l’estremo difensore non riesce a mettere dentro e qualche minuto dopo Frongia ci prova dalla distanza ma la palla va fuori. Capoterra ancora avanti, ma il primo tempo va in archivio con un semplice 1 a 0 per il Serramanna.

Nel secondo tempo subito i padroni di casa. Conclusione dalla distanza di Liccardi, palla deviata di poco sul fondo. Sul cambio di fronte, Meloni prova a cercare Atzeni ma il numero 70 non ci arriva di un soffio. Al quinto minuto, sempre il Capoterra, con Pinna diretto su Concas da calcio di punizione. Ottavo minuto, Nicola Atzeni mette in mezzo su punizione, Amorati cala sinistra calcia a lato. Qualche secondo dopo, ghiotta occasione per il numero 9 che sfugge a Cuboni e Scorsonelli, ma Camedda è impeccabile. Sul rovesciamento di fronte, Simbula calcia centralmente su Concas. Al 15esimo però Meloni semina il panico nella metà campo avversaria, serve deliziosamente Amorati e il numero 9 fa il 2 a 0 davanti al portiere. Cambi nelle fila del Serramanna, fuori Filippo Atzeni e dentro Coccodi, che su lancio di Silva ha addirittura la palla del 3 a 0, sfumato di poco. Il Serramanna controlla la partita, sciupando qualche chance, il Capoterra, nonostante i cambi, non trova occasioni degne di nota. Nei cinque minuti di recupero, Carracoi regala l’esordio ad Alessio Olla, subentrato a Meloni e il Serramanna archivia così il suo 2018.

Sardi famosi: l’attore cagliaritano Amedeo Nazzari, super divo del cinema italiano.

Salvatore Amedeo Carlo Leone Buffa, in arte Amedeo Nazzari, nato a Cagliari il 10 dicembre del 1907 prese il nome di suo nonno per sfondare nel mondo dello spettacolo.

Nacque in via Caprera, in una casa che poi fu abbattuta agli inizi degli anni Cinquanta.

A Cagliari gli è stata dedicata la piazza davanti al Teatro Lirico, nel Parco della Musica.

Suo padre era proprietario di un pastificio (aveva diversi mulini) ed era una persona benestante, sua madre figlia del presidente della corte d’appello di Cagliari. Il piccolo Amedeo ha solo sei anni quando suo padre muore e la madre si trasferisce con lui e le sorelle a Roma.

Dopo il collegio dai salesiani e gli studi di ingegneria, abbandonati prima della laurea, passa al teatro, sua grande passione fin dalle prime recite scolastiche. L’esordio da professionista avviene nel 1927.

Nel 1935 viene notato da Elsa Merlini, che gli offre una parte nel film che sta per girare. Il film, Ginevra degli Almieri, non sarà un successo, e Nazzari tornerà al teatro. Ancora una volta sarà un’attrice, Anna Magnani, a notarlo soprattutto per la prestanza fisica e ad imporlo nel cast di Cavalleria (1936). Ancora un film in divisa sarà nel 1938 il suo secondo successo di pubblico: Luciano Serra pilota, sempre con la regia di Alessandrini. Iniziano a fioccare le offerte e il suo volto è sempre più conosciuto.

Nel 1941 alla Mostra di Venezia vince la futura Coppa Volpi per il film Caravaggio, pittore maledetto.

Sempre in quell’anno il celebre La cena delle beffe lo consacra definitivamente come “divo” del cinema. Il film, diretto da Alessandro Blasetti, è un dramma in costume che si svolge nella Firenze dei Medici.

Lavorerà con Alberto Lattuada e con Anna Magnani come co-protagonista, nel 1957 viene scelto da un Federico Fellini ormai affermato, per recitare in Le notti di Cabiria un ruolo di divo in decadenza.

Sempre nel 1957 Nazzari sposa Irene Genna, attrice italo-greca, da cui un anno più tardi nascerà la figlia Maria Evelina. Dopo oltre vent’anni di successi, nei ’60 arrivano le prime delusioni: la più grande è il ruolo del principe Salina nel Gattopardo di Visconti, proposto a lui, ma che va poi a Burt Lancaster per ottenere finanziamenti da una casa di produzione americana.

In Italia si apre la stagione d’oro della commedia all’italiana, ma salvo qualche sporadica eccezione, Nazzari si rifiuta di interpretare questo tipo di copioni. Nazzari muore a Roma il 7 novembre del 1979.