Anziano ridotto in schiavitù e costretto a chiedere l’elemosina dai vicini di casa

#Italia L'uomo era stato costretto dalla coppia, 61 anni lei e 64 lui, a chiedere l'elemosina davanti a una farmacia. Ogni giorno i due andavano a ritirare il "bottino". Accusati di riduzione in schiavitù aggravata in concorso
canale WhatsApp
Lo costringevano a chiedere l’elemosina davanti a una farmacia: arrestata una donna e denunciato il marito dai carabinieri di Acilia (Roma) con l’accusa di riduzione in schiavitù aggravata in concorso con il marito 64enne. Come riporta Tgcom, i due, sotto la continua minaccia di fargli perdere la titolarità del suo appartamento, avevano costretto il vicino di 73 anni a consegnarli la pensione e a chiedere l’elemosina. Le indagini sono partite dopo che i militari hanno visto l’uomo chiedere denaro in strada.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Palestra inagibile a Ussana: professore di Scienze Motorie dice no all’incarico per la sicurezza degli studenti

La vicenda, denunciata pubblicamente dal docente, Stefano Mura, solleva preoccupazioni sulla sicurezza degli studenti e sulle condizioni delle strutture scolastiche.
canale WhatsApp
Doveva iniziare oggi il suo incarico come docente di Scienze Motorie presso la scuola secondaria di primo grado di Ussana, ma Stefano Mura ha deciso di rinunciare. La motivazione è chiara: gli spazi destinati all’attività motoria risultano inadeguati e non sicuri, rendendo impossibile lo svolgimento corretto delle lezioni.
«La parte teorica può essere svolta ovunque, ma la componente pratica è la centralità della materia e non può essere sostituita con lezioni in spazi non idonei» spiega Mura, con 12 anni di esperienza nell’insegnamento. «In tutta la mia carriera non mi era mai capitata una situazione simile, quasi surreale, in cui le condizioni degli spazi impediscono del tutto l’attività motoria».
La situazione descritta dal docente è preoccupante: la palestra è attualmente inagibile, il campo da calcetto inutilizzabile, lo spazio adiacente al campo da basket delle scuole materne non è agibile, mentre l’unico spazio disponibile, il giardino anteriore della scuola, non è adatto ad attività pratiche e comporta responsabilità esclusiva del docente.
«Ritengo fondamentale che questa situazione venga portata all’attenzione degli organi competenti, sia scolastici che comunali, affinché vengano adottati interventi urgenti e concreti» continua Mura. «La sicurezza degli studenti e la possibilità di svolgere l’educazione motoria in spazi adeguati devono essere una priorità assoluta».
Il docente spera che la sua rinuncia, resa pubblica, possa richiamare l’attenzione su questi problemi e contribuire a trovare soluzioni concrete a beneficio degli studenti. «Spero che questa vicenda serva a sensibilizzare le istituzioni: non si può sacrificare l’educazione motoria per carenze strutturali che si potrebbero risolvere con interventi tempestivi», conclude Mura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA