Da domani cambia il percorso della linea 1 del Ctm, che percorrerà nuovamente nel corso Vittorio Emanuele, tornando nel suo percorso originale, nel tratto non pedonale.

Partendo come sempre dal capolinea di via Flavio Gioia, percorrerà come sempre il tratto del largo Carlo Felice, via Roma, viale Trieste, salirà da via Caprera (diventata recentemente a senso unico, con ingresso da viale Trieste) e da lì svolterà a destra per l’ultimo tratto del corso Vittorio (dunque quello non interessato dalla recente pedonalizzazione).

«Abbiamo recepito le richieste del Comune e siamo venuti incontro alle esigenze dei cittadini》, afferma il nuovo presidente del Ctm Roberto Porrà. «Il mio obiettivo sarà quello di continuare a garantire questi standard qualitativi e migliorare il servizio di trasporto pubblico – prosegue – Il primo impegno sarà il rinnovo del parco mezzi con il perfezionamento entro il 2019 dell’acquisto di 57 nuovi mezzi: di questi, 10 autobus da 6 metri saranno elettrici per il centro storico».

«La gente è molto soddisfatta, sopratutto i residenti ma anche, ovviamente, i commercianti», sottolinea l’assessora comunale alla Mobilità Luisa Anna Marras, la quale non ha escluso che in futuro una navetta ecologica potrebbe percorrere, pur se con frequenza minore, anche il tratto pedonale. Alla conferenza stampa, svoltasi a bordo del bus, erano presenti anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda  il direttore generale Roberto Murru e il presidente della Commissione Mobilità Fabrizio Marcello. 

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.