Nati nel 2000 a Cagliari come band, i Sikitikis tornano in scena in una nuova veste. L’ingresso nel gruppo del chitarrista e produttore Samuele Dessì ha dato una svolta alla band, che ora si chiama SIKI. Il loro nuovo singolo appena uscito “Non vince nessuno” corona la volontà del gruppo musicale di essere definito un collettivo di produttori e musicisti al servizio di un progetto fondamentalmente pop, con una particolare inclinazione per tutta la musica di matrice black. 

Inizialmente, i Sikitikis si dedicano alla musica da sonorizzazione e nasce l’album “Fuga dal Deserto del Tiki”, con cui riscuotono successo in tutta Italia. Per la band comincia l’avventura: due anni di tour in cui si esibiscono con oltre cento concerti e aprono il concerto dei Subsonica nei palazzetti italiani durante il “Terrestre Tour”. Il loro obbiettivo di essere una band indipendente si sviluppa nell’uscita nel mercato del loro secondo album a prezzi bassissimi, per favorirne la diffusione. Seguono anni di successi e soddisfazioni personali, fino a quando nel 2012 il gruppo presenta alla RAI il loro album “Le Belle Cose” nella trasmissione “Quelli che il Calcio”. Un grande traguardo che fa ben sperare. Purtroppo, quando la strada sembrava spianarsi, la carriera della band si ferma per un po’, causa problemi personali e professionali. Nel 2016 esce l’album “Abbiamo Perso” che vede il gruppo con una nuova forma grazie a qualche rinnovamento.

Il loro ultimo singolo è una novità anche nel video, che vede come protagonista il noto venditore di frutta e verdura di Piazza Repubblica. Alessandro Spedicati, fondatore dei Sikitikis, spiega questa scelta così: «Avremmo potuto girare un video su una delle meravigliose spiagge che si trovano a pochi chilometri dalla nostra città. Avremmo potuto far vedere belle ragazze con costumi sgambati che sorseggiano cocktail esotici. Oppure avremmo potuto lanciare una decappottabile di un colore pastello su una litoranea e riprendere una coppia felice con il solito drone. Ma tutto questo ci avrebbe annoiato e – forse anche – nauseato. Abbiamo preferito raccontare in immagini il sogno di Tonio, 54enne cagliaritano che ogni giorno, come molti di noi, fatica per la sua sopravvivenza. In mezzo a moltissime difficoltà Tonio reagisce con un entusiasmo contagioso. Questo perché non ha mai rinunciato a vivere il proprio sogno. È un videoclip, questo, senza ombra di dubbio, ma è anche un documento che immortala un angolo di Cagliari e le sue dinamiche, che racconta la dedizione di uomo, solo apparentemente fine a se stessa. Tonio è “Non Vince Nessuno” perché lotta per migliorare se stesso. Ogni giorno.»

Nuovo appello per riportare in Sardegna i tesori dell’archeologia nuragica custoditi all’estero. L’associazione Nurnet, impegnata da oltre tredici anni nella valorizzazione del patrimonio storico dell’isola, ha inviato una richiesta ufficiale alla Collezione George Ortiz affinché vengano restituiti gli oggetti appartenenti all’Antica Civiltà Sarda.

La richiesta si inserisce nel solco delle recenti iniziative portate avanti dal gruppo: dalla sottoscrizione pubblica che ha permesso a circa 150 persone di acquistare e donare a un museo locale un bronzetto nuragico battuto all’asta da Christie’s a Londra, fino alla lettera aperta al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per favorire l’istituzione dei MURME – Musei della Restituzione della Memoria nei piccoli centri dell’isola (QUI la petizione).

«Il trafugamento e la commercializzazione dei reperti archeologici hanno per secoli depauperato l’eredità culturale della Sardegna» – scrive il presidente dell’associazione Antonello Gregorini – «Con questa iniziativa chiediamo di restituire quanto appartiene ontologicamente alla nostra terra, affinché possa tornare alla fruizione pubblica e rafforzare la memoria storica dei sardi».

Secondo Nurnet, la restituzione potrebbe avvenire anche tramite un processo di mediazione con le istituzioni locali e attraverso una campagna mediatica di sensibilizzazione. L’obiettivo è riportare al centro dell’isola quei manufatti che testimoniano la grandezza e l’originalità della civiltà nuragica, troppo spesso sottratta e dispersa in collezioni private.