Due pregiudicati sono stati arrestati ieri nella zona di Selargius, nell’ambito dell’operazione “Erba proibita”, perché trovati in possesso di una piantagione di marijuana e di diverse dosi di cocaina.

Il blitz dei Falchi della Polizia nelle rispettive abitazioni dei due arrestati è avvenuto a seguito di segnalazioni e pedinamenti che hanno portato gli investigatori della Sezione Antidroga a sospettare che nella zona di Selargius ci fosse una piantagione di marijuana. I movimenti sospetti notati dai poliziotti nella zona hanno poi dato conferma.

Al momento dell’irruzione nelle case dei due giovani arrestati, Andrea Francesco Carboni classe 1990 e Flavio Conti, classe 1988, entrambi pregiudicati e residenti a Selargius, i poliziotti hanno trovato piante di marijuana e attrezzature per il trattamento della droga. In particolare, in un magazzino in casa di Carboni sono state trovate foglie e rami di piante di marijuana in essicazione e quasi 5 kg di boccioli della pianta anch’essi in essicazione su un porta biancheria.

A casa di Conti, invece, i poliziotti hanno trovato una vera e propria piantagione di marijuana. In un locale nel cortile interno dell’abitazione, era stata infatti allestita una serra attrezzata di tutto punto per la cura delle 40 piante ospitate: aspiratori d’aria, filtri metallici per la depurazione d’aria, trasformatori elettrici, lampade, portalampade e supporti riflettenti, una presa elettrica con timer e setacci e un calendario che riportava i tempi e le fasi di coltivazione delle piante. Le piante, alte 60-80 cm, erano cariche di boccioli.

Sempre da Conti, ma nella cucina, i poliziotti hanno poi trovato una scatola contenente 8 involucri termosaldati contenenti una sostanza bianca e 3 piccoli contenitori contenenti cocaina. In un’altra stanza, infine, è stato trovato un bilancino di precisione con ancora tracce di polvere bianca . 

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.