Ha preso un volo da Cagliari a Roma per andare a parlare con la sua ex. La donna si è rifiutata di farlo entrare e lui per ripicca ha dato fuoco alla porta d’ingresso. Un 62enne di Cagliari, S.G., è stato arrestato questa mattina all’aeroporto di Fiumicino poco prima di imbarcarsi per il volo di ritorno. 

Dopo essere stato invitato ad andarsene, l’uomo, che non aveva accettato la fine della relazione, ha svuotato una tanica di benzina sulla porta d’ingresso e poi ha appiccato l’incendio. La donna è riuscita a mettersi in salvo grazie all’aiuto dei vicini, mentre il 62enne cagliaritano è subito fuggito. Poi l’arresto in aeroporto da parte degli agenti della Polaria su segnalazione della Polizia di Stato, allertata dalla donna, che ha anche raccontato di aver chiuso il rapporto proprio per il comportamento del compagno. 

Già in passato il protagonista di questa storia,accusato di minacce e incendio doloso, aveva avuto precedenti simili nei confronti di altre donne.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.