Ricci, Massimo Melis lancia la campagna: “Ne siamo drogati, ma possiamo farne a meno per un anno”
Ricci? No, grazie. Dichiarazione forte, apparentemente inspiegabile, soprattutto se fatta da un ristoratore alla vigilia della stagione dei tanto attesi frutti di mare. Massimo Melis Danielli, noto imprenditore cagliaritano e titolare del Foghorn’s, si sta facendo portavoce del movimento isolano
Ricci? No, grazie. Dichiarazione forte, apparentemente inspiegabile, soprattutto se fatta da un ristoratore alla vigilia della stagione dei tanto attesi frutti di mare. Massimo Melis Danielli, noto imprenditore cagliaritano e titolare del Foghorn’s, si sta facendo portavoce del movimento isolano a protezione del petrolio sardo, come lui stesso definisce il prezioso bene alimentare che ultimamente è al centro di una accesa bufera.
Com’è noto dai recenti avvenimenti, la stagione dei ricci di mare è slittata di due settimane: un ritardo non poi così grave se non conservasse una miccia pronta ad esplodere da un momento all’altro. Lotte tra compartimenti, legislazioni poco chiare, abusivismo, consumatori delusi e svuotati nelle tasche, blocchi pesca abbattuti da sabotaggi marini consistenti, protezionismo vanificato da eccessive licenze e danni nelle casse dei ristoratori: queste sono solo alcune delle diatribe deposte sul banco degli imputati.
E allora la protesta parte dal basso, nel nome di chi ha realmente a cuore la salvaguardia di questa ricchezza culinaria. Melis, grande appassionato di ricci, insieme ad una compagine di ristoratori e consumatori, sta promuovendo una campagna online che boicotta la vendita e il consumo dei ricci di mare per un anno intero. «Lasciamoli in mare, possiamo farne a meno anche se siamo drogati – dichiara pubblicamente uno slogan degli “Amici dei ricci”.
Questo prelibato frutto di mare non è una pietanza che esce dalla cucina del ristorante Foghorn’s di Melis, ragione per la quale, il proprietario, si sta battendo per una causa che non tocca direttamente i suoi ricavi ma bensì una risorsa regionale. «Se i politici non danno risposte adeguate, la scossa deve arrivare da noi. Si tratta di un atto dovuto, di un’azione fatta da semplici buongustai che intendono preservare un patrimonio in via d’estinzione. Invito ristoratori e pizzerie ad appoggiare la nostra filosofia e, i clienti, a premiare queste attività che si impegneranno a rinunciare ai ricci per 365 giorni. Una privazione che si concretizza in un serio fermo pesca con un giusto indennizzo per chi, con i ricci, ci vive.»
Melis&co. sostengono quindi che le norme in vigore sono insufficienti per la salvaguardia e la ripopolazione marina e, solo una presa di posizione forte, può essere una valida risposta all’emblema che si presenta ogni stagione e che assume condizioni sempre più precarie. «Non servono mezzi rimedi, continuerebbero solo ad alimentare abusivismo, pesca sfacciata e mercato sottobanco. Chi sgarra poi, deve pagare. Le adesioni stanno aumentando a dismisura, toccano anche il Sulcis, Sassari e Olbia: questi sono i veri sardi che amano la propria terra. Il mare poi, offre tanti altri prodotti, la nostra non è di certo una cucina povera. Per un periodo dovremo solo privarci dell’ineguagliabile sapore della polpa colore aragosta, ma sono certo che la fauna marina ci ringrazierà e che, noi stessi, potremo continuare a gustarli nel tempo.»
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