A quanto pare la sua ironia non è piaciuta ai simpatizzanti di Matteo Salvini. Tiziana Troja, una delle componenti del duo teatrale “Lucidosottile“, è stata sospesa da Facebook, dopo aver pubblicato alcuni post satirici in vista della visita in Sardegna del leader della Lega Nord.

Il post satirico su Matteo Salvini pubblicato da Tiziana Troja

A dare la notizia della sospensione del profilo di Tiziana Troja, l’amica e altra componente delle Lucidosottile Michela Sale Musio. «Cari miei  – scrive Michela Sale Musio su Facebook – se sperate di fermarla, sappiate che è una partita persa! Per chi si fosse perso gli ultimi aggiornamenti: Salvini & Co. hanno bloccato Tiziana per un mese, non è un uomo dotato di sense of humor, noi sì fortunatamente».

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.