di Giacomo Perra

Con il Cagliari fermo a causa dei match di qualificazione della Nazionale, prosegue la stagione delle altre squadre sarde impegnate nei vari campionati professionistici e dilettantistici.

In Serie C la domenica è stata dolceamara per i club isolani: mentre l’Olbia ha centrato la sua seconda vittoria di fila, l’Arzachena, all’esordio casalingo contro la Viterbese Castrense, è invece andata incontro ad una amara quanto immeritata sconfitta. Già vittoriosi alla prima giornata contro il Pisa, i galluresi hanno battuto per 2-1 i toscani del Gavorrano distinguendosi per determinazione e carattere. I tre punti sono giunti, infatti, al termine di una convincente rimonta, ottenuta grazie ai gol di Geroni e Pisano, e a poche ore dallo sconcertante episodio della bomba carta, quella esplosa davanti all’ingresso dell’hotel che ospitava Bernardo Mereu e i suoi ragazzi la notte prima della partita.

Grinta e buona volontà sono stati sfoderati pure dall’Arzachena, che, però, ha dovuto soccombere davanti allo strapotere e al cinismo della Viterbese Castrense, corsara per 3-1 al Nespoli dopo il trionfo di Coppa Italia di mercoledì scorso. Gli uomini di Mauro Giorico, in rete con Vano al 28’ del primo tempo e autori di un ottimo ma sfortunato secondo tempo, hanno ben figurato sul piano del gioco e questa volta un pari sarebbe stato più che giusto. «II risultato – ha affermato il mister sul sito ufficiale della società – è bugiardo. Meritavamo almeno un punto. Sono molto contento di quanto fatto dalla squadra, ha dato l’anima contro un avversario fortissimo. Meritano tutti la sufficienza. Ci è mancata forse un po’ di brillantezza davanti, ma l’impegno e la determinazione non sono mai venuti meno. Sono fiducioso per il futuro, ci rifaremo sicuramente».

Occasioni per rifarsi o per confermare il buon stato di forma ne avranno tante anche Budoni, Tortolì, Lanusei, San Teodoro, Nuorese e Latte Dolce, protagoniste nella prima giornata del torneo di Serie D di tre combattutissimi derby. Nel primo, una riedizione del match promozione dello scorso anno, il Tortolì ha espugnato il campo del Budoni grazie alla doppietta dell’argentino Spinola; nel secondo e nel terzo, invece, San Teodoro e Nuorese hanno regolato rispettivamente (in trasferta e a domicilio) Lanusei e Latte Dolce con il punteggio di 2-0 – segnature di Regis e La Vista – e 1-0 – marcatura decisiva di Meloni su rigore -.

In Eccellenza, invece, la domenica calcistica è stata caratterizzata dalle sfide valevoli per gli ottavi della cinquantaduesima edizione della Coppa Italia Dilettanti. Nel turno d’andata – i match di ritorno si disputeranno domenica prossima -, a vincere sono stati Valledoria (1-0 sul Calangianus), Guspini Terralba (1-0 sul Ghilarza), Tonara (3-0 sul Taloro Gavoi) e Monastir Kosmoto (2-1 in casa della Ferrini Cagliari); diversamente, gli incontri tra Sorso e Torres (2-2), Stintino e Atletico Uri (3-3) e Orrolese e Samassi (0-0) si sono conclusi in parità. 

Il tabellone delle partite di Coppa avrebbe dovuto essere completato dal derby Muravera e Castiadas, che, però, è stato rinviato a causa del momento di stand by in cui si trovano i gialloblu, ancora in attesa di sapere se, dopo aver presentato il relativo ricorso, potranno essere ammessi in Serie D. Insieme a Muravera e Castiadas, affrontatesi comunque in una gara amichevole finita 0-0, non hanno disputato partite ufficiali neppure le squadre sarde di Promozione e Prima Categoria. L’inizio dei due campionati è infatti previsto per il prossimo primo ottobre, quando, notizia clamorosa delle ultime ore, a guidare in panchina il Siliqua non ci sarà più Vittorio Corsini ma Titti Podda. «Per dei problemi sorti in questo periodo di preparazione – ha spiegato il presidente dei bianchi Valentino Melis – si è deciso di interrompere il rapporto consensualmente. Ringraziamo Corsini per l’operato della scorsa stagione augurandogli di ottenere in futuro altri risultati positivi».

Un unico viaggio, un amore scolpito nel cuore fino agli ultimi giorni della sua vita. Gabriele D’Annunzio aveva appena diciannove anni quando, nel maggio del lontano 1882, decise di intraprendere un tour dell’isola che aveva sempre immaginato. Un’isola che all’epoca era ancora selvaggia, circondata dalla natura e non dal cemento ed è questa una delle cose che ha spinto il Vate, all’epoca appena diventato famoso, a conoscere da vicino questa “terra magica”, come la chiamò in seguito.

Sbarcò a Terranova (l’odierna Olbia) con due collaboratori della rivista romana Capitan Fracassa e visitò dapprima Alghero, Nuoro e Oliena. Durante il soggiorno nel paese barbaricino il poeta e scrittore ebbe modo di assaggiare il vino Nepente, di cui tesse le lodi nella prefazione del libro dell’amico tedesco Hans Barth “Osteria. Guida spirituale delle osterie italiane da Verona a Capri”. Scrisse: “Non conoscete il nepente d’Oliena neppure per fama? Ahi lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domus de Janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo”.

Poi fu la volta di Villacidro; qui D’Annunzio rimase estasiato dalla cascata Sa Spendula tanto da scriverne una poesia dall’omonimo titolo. Anche la tappa a Cagliari fu di grande ispirazione per il Vate. In particolare, la visione delle bianche piramidi delle saline di Molentargius fu lo spunto per la poesia “Sale”. Nella Sardegna meridionale e a Cagliari D’Annunzio vide molte similitudini con il Nord Africa tanto che, nella poesia “Sotto la Lolla”, paragona certi paesaggi e panorami, oltre che i volti delle persone, proprio all’Africa settentrionale.

Durante il suo soggiorno sardo, il poeta promise di scrivere un libro con foto, storie e testimonianze, ma non se ne fece più nulla. Rimasero però degli articoli, reportage e lettere a testimonianza dell’amore del Vate per la nostra isola. La Sardegna, dunque, lo stregò a tal punto che sognò sempre di farvi ritorno. “Ho nostalgia della Sardegna da dodici anni, come d’una patria già amata in una vita anteriore”, scrisse nel 1893 in una lettera indirizzata al giornalista Stanis Manca. Nonostante le intenzioni, per varie vicissitudini non poté più tornare.