Vertenza entrate: braccio di ferro tra la Regione Sardegna e il Governo sugli accantonamenti

Vertenza entrate: ormai è scontro tra Cagliari e Roma. Il braccio di ferro tra la Regione e il Governo è andato in scena a Palazzo Chigi dove è stato avviato il percorso per definire un nuovo accordo sulla finanza pubblica.
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Vertenza entrate: ormai è scontro tra Cagliari e Roma. Il braccio di ferro tra la Regione e il Governo è andato in scena a Palazzo Chigi dove è stato avviato il percorso per definire un nuovo accordo sulla finanza pubblica. A portare le ragioni dell’Isola nella capitale è stato il vicepresidente della Regione Raffaele Paci che ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi, il ministro agli Affari Regionali Enrico Costa, il capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia e delle Finanze Roberto Garofoli e i dirigenti della Ragioneria generale dello Stato.
Le posizioni del Governo e della Regione sono in questo momento molto distanti, con la Sardegna che rivendica il diritto a tenere nelle sue casse gran parte dei 684 milioni di accantonamenti oggi previsti e il Governo che ha più volte ribadito che la situazione economica nazionale è complicata e non concede molti margini di manovra. «Di sicuro partiamo da posizioni molto distanti e il confronto di oggi , durato due ore, serrato e a tratti duro, lo conferma» dice Paci. «Ho apprezzato il fatto che, nonostante fosse solo il primo incontro, al tavolo ci fossero tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti in modo da essere immediatamente operativi. Abbiamo rappresentato con forza le nostre ragioni e illustrato il dossier predisposto con il presidente Pigliaru che dimostra quanto la Sardegna ha bisogno di tutte le proprie entrate» dichiara il Vicepresidente. «Abbiamo detto al sottosegretario Boschi e al ministro Costa – incalza Paci- che non cederemo di un passo e che porteremo le nostre rivendicazioni fino in fondo. Il Governo, da parte sua, ha preso l’impegno di analizzare in tempi brevi la situazione con il Mef per dare le prime risposte alla Sardegna».

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Protesi d’anca stampata in 3D: al Policlinico il primo intervento “su misura” in Sardegna

Si tratta del primo caso in Sardegna di chirurgia protesica “su misura”, resa possibile grazie all’utilizzo delle più avanzate tecnologie di ricostruzione e stampa tridimensionale.
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Un nuovo traguardo per la sanità sarda arriva dal Policlinico Duilio Casula di Monserrato, dove per la prima volta è stata impiantata una protesi d’anca personalizzata realizzata in 3D. L’intervento, eseguito dall’équipe di Ortopedia e Traumatologia diretta dal professor Antonio Capone, ha riguardato una donna affetta da acondroplasia, una malattia genetica rara che provoca una crescita anomala delle ossa e una precoce artrosi dell’anca.
Si tratta del primo caso in Sardegna di chirurgia protesica “su misura”, resa possibile grazie all’utilizzo delle più avanzate tecnologie di ricostruzione e stampa tridimensionale. La protesi, in lega di titanio, è stata progettata partendo da un modello virtuale ottenuto tramite tomografia computerizzata della paziente, e poi realizzata nel laboratorio Unica3D LAB dell’Università di Cagliari, coordinato dal professor Giuseppe Marongiu.
Il progetto è frutto di una sinergia tra ricerca, tecnologia e competenze cliniche: l’impianto e lo strumentario chirurgico sono stati prodotti dall’azienda Adler Ortho di Milano, mentre il lavoro in sala operatoria ha coinvolto chirurghi, infermieri e fisioterapisti, che hanno seguito la paziente in ogni fase del percorso post-operatorio. Grazie a questa organizzazione multidisciplinare, la donna ha potuto ricominciare a camminare, con assistenza, dopo soli due giorni dall’intervento.
Le protesi personalizzate rappresentano una svolta nella chirurgia ortopedica: permettono di adattare perfettamente l’impianto all’anatomia del singolo paziente, migliorando il comfort, la mobilità e la qualità di vita, soprattutto nei casi più complessi, dove le soluzioni standard non sono compatibili. «Questa tecnologia segna un passo avanti importante – spiega il professor Capone –. Le protesi su misura consentono risultati eccellenti, ma al momento sono riservate a casi particolari, a causa dei costi elevati e dei tempi di produzione».
Guardando al futuro, il professor Marongiu sottolinea come l’integrazione tra stampa 3D e robotica chirurgica potrà rendere questi strumenti sempre più accessibili: «Il miglioramento tecnologico permetterà di ridurre tempi e costi, aprendo la strada a un uso più esteso della stampa 3D in molte branche della medicina».
Un intervento pionieristico che conferma il Policlinico Duilio Casula e l’Università di Cagliari tra i protagonisti della nuova frontiera della chirurgia personalizzata, dove scienza e innovazione lavorano insieme per restituire movimento e speranza ai pazienti.

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