La Sardegna nella Divina Commedia: niente Paradiso per i sardi. Il giudizio severo di Dante

La Sardegna nella Divina Commedia: niente Paradiso per i sardi. Il giudizio severo di Dante

“E a dir di Sardigna le lingue lor non si sentono stanche”. Così Dante apostrofava i sardi nel XXII canto dell’Inferno della Divina Commedia, quasi stesse descrivendo l’innata abitudine degli abitanti dell’Isola di parlare della loro terra natia ovunque si trovino. Pur

Un poeta sardo portò il canto a tenore a Roma e fece imbestialire Cicerone: di chi stiamo parlando?



C’è un dettaglio affascinante: secondo alcuni studiosi, fu proprio lui — con le sue origini sarde — a portare per primo a Roma l’eco del canto a tenore e forse anche le note ipnotiche delle launeddas. I suoi canti erano per lo più dedicati a Bacco, il dio del vino, della follia e dell’arte.