La sconfitta in extremis di Firenze rafforza la fiducia del Cagliari, ma non scaccia i dubbi sull’affidabilità difensiva di Bruno Alves

Il Cagliari avrebbe meritato almeno un punto al termine della gara disputata contro la Fiorentina. Rastelli l’ha ripetuto come un mantra in tutte le interviste post match, ha messo l’accento sulla partita diligente dei suoi ragazzi e su quel palo
Il Cagliari avrebbe meritato almeno un punto al termine della gara disputata contro la Fiorentina. Rastelli l’ha ripetuto come un mantra in tutte le interviste post match, ha messo l’accento sulla partita diligente dei suoi ragazzi e su quel palo di Marco Sau che ha negato una affermazione clamorosa rispetto alle aspettative della vigilia. Invece a spuntarla è la formazione con maggior qualità e talento, confermando l’incapacità dei rossoblù di operare un deciso passo in avanti rispetto al passato, di saper battere una grande unendo la notevole abnegazione tattica al raggiugimento di un risultato soddisfacente.
È apparso subito chiaro come Rastelli e il suo staff abbiano preparato bene la partita, operando i cambi necessari (Tachtsidis per Di Gennaro, Dessena per Padoin) e leggendo bene quelle che sarebbero state le combinazioni dei ragazzi di Paulo Sousa, con una pattuglia di trequartisti che avrebbe fatto impallidire qualunque squadra europea. Tanto talento che però ha permesso a Pisacane di isolare Kalinic, di imbavagliarlo, e di aiutare Isla a frenare l’esuberanza di Tello. Dall’altra parte invece Chiesa e Bernardeschi hanno imperversato con continuità, aiutati dalla forma non ottimale di Murru e dalle chiusure non sempre adeguate di Ionita. Col passare dei minuti Tachtsidis ha preso in mano il Cagliari e lo ha condotto a poco a poco fuori dalla propria metà campo, coi viola che si sono spesso dimenticati la fascia destra ed hanno concesso ad Isla spazio per offendere, seppur con poca precisione.
Il punto focale per i rossoblù è stato quello di costringere gli avversari a prendersi tiri dalla distanza da posizione laterale e mai centrale, tallone d’achille della gara d’andata. Rafael ha così potuto controllare al meglio ogni conclusione, esaltandosi in almeno cinque occasioni e garantendo sicurezza alla retroguardia. Sicurezza che pare non avere Bruno Alves, e allora ci si chiede se sia davvero lui il leader che il Cagliari si aspettava sette mesi fa: si è perso il conto delle amnesie difensive del portoghese, in particolare quando la cifra degli avversari inizia a salire man mano di livello. Gli errori sono stati tanti, spesso decisivi, segno di una concentrazione che in molti casi viene a mancare e non viene sopperita dall’esperienza. Esattamente come col Milan (gol di Bacca) e col Pescara (gol di Caprari), Alves ha perso il confronto col suo principale avversario e consentito a Kalinic di far gioire una tifoseria che fin lì aveva subissato di fischi Paulo Sousa. Questi errori si uniscono a quelli determinanti con la Roma (gol di Dzeko), con l’Inter (due gol di Perisic), con la Juventus (gol di Higuain), con la Lazio (gol di Immobile) e con il Napoli (gol di Mertens). Via via che passano le giornate, l’impenetrabilità del difensore campione d’Europa pare crollare sotto i colpi dell’età e della maggiore vivacità delle punte che incontra, con la fortuna d’aver ora al fianco un difensore rapido come Fabio Pisacane che lo completa maggiormente rispetto a quanto non avessero fatto Ceppitelli, Capuano e Salamon.
La sconfitta in extremis subìta a Firenze fa montare la delusione ma associa anche una buona dose di fiducia rispetto a quanto accaduto sette giorni fa, segno che i cinque gol contro l’Inter sono stati completamente assorbiti e dimenticati. Nel prossimo turno i progressi tattici dovranno essere confermati con la Lazio di Inzaghi, attesi dal posticipo del lunedì col Torino. L’occasione migliore per ottenere quella vittoria tanto rincorsa contro una formazione di medio-alto rango. Ancora una volta sarà importante la spinta del pubblico e la forza di volontà dei ragazzi di Rastelli nel raggiungere al più presto la salvezza. Anche se Pescara, Crotone e Palermo continuano a perdere, il campionato non si è ancora concluso e potrebbe riservare amare sorprese. Poi scatterà la rincorsa al decimo posto, obiettivo ultimo della stagione.

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