Cagliari a Capodanno: cosa pensano e cosa vogliono i giovani?
Dal concerto di Blanco alle formule diffuse del 2026, le nuove generazioni raccontano aspettative, gusti e modi di vivere la notte di San Silvestro.
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Articolo di Giulia Palomba
Negli ultimi anni il Capodanno organizzato a Cagliari ha cambiato più volte volto, alternando formule, artisti e modalità diverse. Una trasformazione che non è passata inosservata, soprattutto tra i giovani cagliaritani, che osservano queste scelte confrontandole con le proprie aspettative e con il modo in cui sono abituati a vivere la notte di San Silvestro.
Il ricordo torna spesso al dicembre 2022, quando la città aveva accolto il nuovo anno con il concerto di Blanco, in quel periodo uno degli artisti più seguiti della scena pop italiana. Secondo molti giovani, quella serata resta una delle più partecipate degli ultimi anni: tra le 20.000 e le 30.000 persone si erano ritrovate in piazza per un evento gratuito, facilmente accessibile e concentrato in un’area centrale. Un contesto che aveva favorito un’ampia partecipazione, in particolare tra le fasce più giovani.
Nel 2024 la proposta è cambiata in modo significativo. Il Capodanno è stato affidato a Marco Mengoni, che si è esibito all’interno della Fiera di Cagliari, con accesso regolato da prenotazione. Una scelta che, pur garantendo un concerto di alto livello, secondo alcuni giovani ha inciso sull’esperienza complessiva. La formula è stata percepita come meno spontanea rispetto alle tradizionali feste in piazza, anche a causa di una partecipazione numericamente più contenuta.
L’anno successivo, per il Capodanno 2025, la città ha puntato su Stewart Copeland, storico batterista dei The Police, accompagnato da un’orchestra, seguito da un dj set di Bettosun. Una proposta che diversi giovani hanno riconosciuto come artisticamente valida, pur sottolineando come il pubblico di riferimento fosse diverso rispetto a quello del pop contemporaneo maggiormente seguito dalle nuove generazioni. «Copeland è un nome importantissimo», spiega Sara, 26 anni, laureata e residente a Cagliari, «ma non è qualcuno che ascoltiamo tutti i giorni. Mi è sembrato un evento più pensato per un pubblico adulto».
«Venendo da fuori mi ha colpito molto la scelta di Copeland», racconta Alice, 20 anni, studentessa fuorisede arrivata a Cagliari per l’università. «Parliamo del capoluogo della Sardegna, mi sarei aspettata ospiti più riconoscibili per i giovani».
Per il Capodanno 2026, invece, l’amministrazione ha annunciato una formula nuova, più diffusa, articolata su più giorni e su più piazze del centro cittadino. In piazza Yenne e in altri punti nelle immediate vicinanze sono previsti concerti e dj set con artisti di generi differenti, tra cui Giusy Ferreri, MYSS Keta e Mimì Caruso, affiancati da performer locali come Luvi! e il rapper Sgribaz. Una proposta che, secondo molti giovani, amplia l’offerta e prova a intercettare gusti diversi, distribuendo la festa su più spazi e momenti.
Dalle testimonianze raccolte emerge una percezione condivisa: dal 2022 a oggi il Capodanno cagliaritano ha progressivamente cambiato sia i nomi di punta sia il formato degli eventi. C’è chi parla di una minore identificazione con alcune scelte artistiche più recenti e chi osserva come la frammentazione degli appuntamenti abbia modificato il modo di vivere la notte di San Silvestro, portando anche a decisioni diverse su dove e come festeggiare.
Il confronto tra le diverse edizioni restituisce così un quadro fatto di aspettative differenti: da un lato, quello “giovane”, il desiderio di eventi centrali, accessibili e facilmente riconoscibili; dall’altro, da parte di un uditorio più adulto, la sperimentazione di formule più distribuite e trasversali. Un confronto che resta aperto e che, attraverso le voci dei giovani cagliaritani, continua a interrogare il significato del Capodanno per la città.
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