Conoscete il berkoukes? Una specialità che ricorda la nostra fregula, ma del Maghreb
Simile al cous cous ma più grosso, somiglia alla fregula sarda. Lo conoscevate?
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C’è un piatto della tradizione nordafricana che, a prima vista, potrebbe facilmente essere scambiato per la fregula sarda. Si chiama berkoukes ed è una specialità culinaria tipica del Maghreb, profondamente radicata nella storia e nella cultura gastronomica dell’area.
Il berkoukes è composto da granelli grossi di semola di frumento, cotti a vapore o direttamente in brodo, e viene spesso paragonato al cous cous. La differenza principale sta proprio nella dimensione: i grani del berkoukes sono decisamente più grandi, tanto che il suo nome arabo può essere tradotto come “cous cous a grana grossa”.
Le sue origini sono antiche e ben documentate. Testi medievali arabo-andalusi e maghrebini descrivono numerose tipologie di pasta di semola lavorata a mano, tra cui il berkoukes. Il gastronomo andaluso del XIII secolo Ibn Razin Tujibi, nel trattato culinario Fudalat al-Khiwan, cita diverse preparazioni a base di semola, confermando come già nel XII secolo il Nord Africa vantasse una varietà di paste paragonabile a quella delle preparazioni di cous cous. Erano piatti apprezzati perché economici, nutrienti e facilmente adattabili ai sapori locali.
Tradizionalmente il berkoukes viene preparato impastando la semola con acqua e una piccola quantità di farina, fino a ottenere granuli grandi e rotondi. Questi possono essere essiccati o utilizzati freschi e vengono cucinati soprattutto in zuppe e stufati, spesso arricchiti con verdure, legumi o carne.
Il parallelo con la Sardegna è immediato. Sa fregula, una delle più antiche paste tipiche dell’isola, nasce da un procedimento molto simile: la semola viene bagnata con acqua all’interno della tradizionale scivedda di terracotta e lavorata a mano con un movimento circolare, fino a formare piccole sfere irregolari. Le palline vengono poi selezionate per dimensione – piccole, medie o grandi – e tostate in forno, passaggio che conferisce alla fregula il suo colore dorato e il sapore inconfondibile.
Ingredienti semplici, gesti antichi e una sorprendente somiglianza che racconta di scambi, tradizioni comuni e culture del Mediterraneo che, da secoli, dialogano anche attraverso il cibo.
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