Una scultura di sabbia per ricordare Cinzia Pinna: “La sua memoria non deve essere offuscata”

L'opera è stata realizzata lungo la spiaggia di Platamona dall'artista Nicola Urru.
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Una scultura di sabbia, fragile e potente allo stesso tempo, per ricordare Cinzia Pinna, la 33enne uccisa brutalmente da Emanuele Ragnedda. È l’opera realizzata da Nicola Urru, artista noto per le sue creazioni effimere, che ha voluto trasformare la spiaggia in un luogo di memoria e denuncia.
L’opera si ispira ai versi di Alda Merini: “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne.” Un richiamo poetico che diventa monito contro la violenza di genere e contro ogni forma di disumanizzazione.
«Ho voluto dedicare questa scultura a Cinzia – spiega Nicola Urru – perché il rischio più grande è che la sua voce venga soffocata dalla narrazione sul suo assassino. Troppo spesso si finisce per dare spazio alla carriera, allo status o ai “meriti” di chi commette crimini così atroci, dimenticando chi è davvero la vittima.»
L’artista sottolinea come l’arte, anche se effimera come una scultura di sabbia, possa avere la forza di restituire centralità alla memoria delle donne uccise. «Questa non è solo una scultura, è un atto di rispetto. Cinzia non deve diventare un contorno nella cronaca del suo stesso femminicidio: la sua vita, i suoi sogni, la violenza che ha subito devono restare al centro del racconto.»
La scultura invita a riflettere anche sul ruolo dei media e sull’etica dell’informazione. «Il giornalismo – prosegue Urru – ha il dovere di raccontare la verità senza trasformarla in sensazionalismo. La vittima deve essere ricordata per la persona che era, non oscurata o relegata dietro la figura del suo carnefice.»
Il messaggio è chiaro: il femminicidio non è una notizia di cronaca nera come le altre, ma la manifestazione più estrema di una cultura del possesso che continua a colpire le donne. Una cultura che può e deve essere scardinata, anche attraverso gesti simbolici come quello compiuto da Nicola Urru, che con la sua scultura ha restituito a Cinzia un frammento di quella dignità che le è stata strappata con la violenza.

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