Un vero e proprio market della droga scoperto in un’abitazione di Decimomannu. La Polizia di Stato ha arrestato un 28enne, trovato in possesso di un arsenale di sostanze stupefacenti pronte per lo spaccio: non solo cocaina, marijuana e hashish, ma anche sigarette elettroniche e lecca-lecca arricchiti con droghe sintetiche, probabilmente destinati al mercato giovanile.

L’operazione è stata condotta dai “Falchi” della Squadra Mobile di Cagliari, che durante la perquisizione hanno rinvenuto 65 grammi di cocaina, 300 di marijuana, 18 di hashish e 0,62 di MDMA, oltre a 14 dispositivi da svapo già caricati con liquidi psicotropi e sei caramelle zuccherine alterate con sostanze allucinogene.

A rendere ancora più pesante il quadro accusatorio, il ritrovamento di 3.575 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio, e tutto il materiale per il confezionamento delle dosi. Il giovane è stato trasferito alla Casa circondariale di Uta, in attesa dell’udienza di convalida. Le indagini proseguono per chiarire i canali di approvvigionamento delle sostanze e le modalità di distribuzione.

Al Poetto c’è un pezzetto di spiaggia di pochi metri che tutti i cagliaritani, da generazioni, chiamano “il buco”. Si tratta di una striscia di sabbia fra uno degli stabilimenti balneari storici della spiaggia dei centomila, il Lido e quello della Marina Militare.

Qui la sabbia è rimasta, come un tempo, bianchissima e finissima: le due strutture parallele degli stabilimenti hanno permesso che si mantenesse quasi intatta, pre-ripascimento.

Questo piccolo angolo di nessuno, in realtà è sempre stato di tutti: spesso utilizzato per entrare di straforo al Lido senza pagare il biglietto, qui vige da sempre un ordinato disordine. Niente ombrelloni monocolore piantati a pochi cm di distanza come negli stabilimenti lì vicino, niente guardiani pronti a controllare l’acquisto o meno del biglietto d’ingresso, niente di niente, solo sole, spiaggia, mare.

Un luogo di ricordi per generazioni di cagliaritani che lo hanno sempre vissuto come spazio libero e comunitario. Un “buco” che viene vissuto ancora oggi, fragile e prezioso, come simbolo del Poetto di un tempo che ancora resiste.