Uno strumento unico, un musicista leggendario: a chi è dedicata l’opera di Stefano Pani?

Un musicista, uno strumento che esiste solo in Sardegna e un muro diventato tela d’arte: sapete a chi è dedicata l'ultima bellissima opera del muralista Stefano Pani?
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Un musicista, uno strumento che esiste solo in Sardegna e un muro diventato tela d’arte. A Villaputzu il muralista sardo Stefano Pani ha inaugurato pochi giorni fa la sua ultima opera, un tributo intenso e colorato a Luigi Lai, il più grande maestro vivente di launeddas.
Luigi Lai, nato il 25 luglio 1932 a San Vito, si avvicina a questo antico strumento a soli otto anni, folgorato dal suono di un pastore nelle campagne di Minderrì. Da quel momento, la sua vita si intreccia con le “sonus de canna”: non solo le suona, ma le costruisce, le perfeziona e le diffonde, inizialmente da autodidatta e poi sotto la guida dei grandi maestri del Sarrabus, come Antonio Lara ed Efisio Melis.
Oltre alle launeddas, Lai padroneggia fisarmonica e sax, quest’ultimo studiato per quattro anni all’Accademia di Zurigo, durante il suo lungo soggiorno in Svizzera. Tornato in Sardegna nel 1971, partecipa per la prima volta alla sfilata di Sant’Efisio e da allora non manca mai all’appuntamento. Negli anni ’70 fonda la prima scuola di launeddas, collabora con artisti come Angelo Branduardi e lavora in progetti cinematografici con il regista Gianfranco Cabiddu.
Con le sue esibizioni ha portato il suono delle launeddas in tutto il mondo e oggi, a 93 anni, continua a insegnare come unico docente del corso ufficiale al Conservatorio di Cagliari, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione.
Il murale di Villaputzu non è solo un omaggio artistico: è un riconoscimento a una vita intera dedicata alla musica e alla salvaguardia di una tradizione millenaria sarda.

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