ARTINA, voce e cuore della Sardegna: il viaggio musicale della cantante quartese Martina Cardia

La sua determinazione e il suo talento l’hanno portata ad aprire i concerti di artisti come Bianca Atzei, Emis Killa, Il Pagante, Valentina Persia e altri nomi della scena italiana
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Martina Cardia, in arte ARTINA, è una cantante originaria di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, e ha 33 anni. Il suo nome d’arte nasce da un profondo legame con la propria identità: un omaggio al nome di battesimo, che si fonde con l’essenza dell’arte, presente in lei fin dall’infanzia.
Sin da piccolissima, infatti, l’arte ha rappresentato per lei una via d’espressione naturale. La sua prima esibizione avvenne a soli tre anni, nella chiesa del suo paese, dove cantò “Madonna nera” di fronte a un pubblico numeroso, con una naturalezza sorprendente per una bambina. Da allora, il canto è diventato compagno quotidiano di vita.
Dopo il diploma, Martina ha intrapreso lo studio del canto moderno presso un’accademia di Cagliari. Da quel momento, il suo percorso si è arricchito di esperienze dal vivo in tutta la Sardegna, tra piazze, locali, resort e hotel. La sua determinazione e il suo talento l’hanno portata ad aprire i concerti di artisti come Bianca Atzei, Emis Killa, Il Pagante, Valentina Persia e altri nomi della scena italiana.
Nel 2023 è stata finalista del concorso internazionale “New York Canta”, esibendosi davanti a una giuria composta da artisti come Clementino e LDA. Nello stesso anno, ha conquistato la medaglia d’argento alle Nazionali della Performer Italian Cup a Roma, un riconoscimento che conferma il suo talento e la sua presenza scenica.
Tra le tappe più significative del suo percorso recente c’è anche la partecipazione alla masterclass “Professione Cantante”, dove ha avuto l’occasione di farsi ascoltare da professionisti del settore come Federica Camba, Tony Vandoni (direttore artistico di Radio Italia) e Kikko Palmosi, oggi suo produttore musicale. Proprio da questo incontro è nata una svolta: la consapevolezza di voler raccontare la propria verità artistica con coraggio e sincerità.
Il suo primo singolo, “Lontano da qui”, è il frutto di questo desiderio. Un brano carico di sensibilità, nato da un periodo difficile, che si trasforma in un messaggio di rinascita, forza e speranza. Attraverso il dolore, ARTINA ha scelto di creare, di trasformare il disordine in musica, dando voce a chi, come lei, cerca la luce oltre le difficoltà. “Lontano da qui” è stato prodotto a Milano da Kikko Palmosi, accompagnato da un videoclip girato tra studio e set fotografici.
Attualmente, Martina è impegnata in diverse ospitate radiofoniche tra Roma, Milano e la Sardegna, mentre lavora a nuove canzoni che raccontino altri frammenti della sua storia. Con una determinazione incrollabile e una passione che brucia ogni giorno, continua a lavorare sodo per far brillare la sua musica.
Un mese fa è uscito il suo secondo singolo, “ENCHANTÈ”, un brano pop con delle vene funky/r&b che fanno da sottofondo a questo inizio estate.
E’ un pezzo fresco deciso e maturo. ARTINA in questo brano ha voluto parlare di un amore che finisce, un incantesimo che si rompe.
Eccolo:
Su Siccu, incredibile moria di pesci: il porto coperto da un tappeto di cadaveri di muggini dopo le piogge torrenziali

Il porto di Cagliari è un ecosistema delicato, dove la convivenza tra mare, fiumi e città è sempre in bilico.
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Uno spettacolo impressionante e triste quello apparso agli occhi dei cagliaritani questi giorni a Su Siccu: centinaia di muggini morti galleggiavano sull’acqua del porto, trascinati dalla corrente e ammassati lungo le banchine.
Negli scatti di Alessandro Pigliacampo, (ma anche in tanti altri condivisi sui social da cittadini increduli), mostrano un vero e proprio tappeto argentato di carcasse che ha trasformato uno dei punti più suggestivi del lungomare in una scena macabra.
La causa della moria è l’improvviso afflusso di grandi quantità di acqua piovana nei canali che sfociano in mare, tra cui quello di Terramaini, dopo i violenti temporali dei giorni scorsi. Le acque meteoriche, a bassa salinità, si sono riversate in massa nel bacino portuale, alterando l’equilibrio salino dell’acqua marina. I muggini, pesci tipicamente adattati all’acqua salata o salmastra, non hanno retto al brusco cambiamento e sono morti per shock osmotico.
È un fenomeno che purtroppo si ripete a ogni grande pioggia. Quando la salinità cala improvvisamente, gli organismi marini non riescono ad adattarsi e si verifica una moria in poche ore. Il canale Terramaini, che raccoglie acque piovane e reflue da diversi quartieri, è spesso il principale responsabile di questi sbalzi improvvisi. Ogni volta, la scena si ripete: decine di pesci morti trascinati fino a Su Siccu, dove le acque stagnanti e poco profonde amplificano gli effetti dell’inquinamento e della riduzione di ossigeno.
Le fotografie e i video pubblicati sui social hanno scatenato un’ondata di indignazione e preoccupazione. “Non è possibile che ogni temporale porti a questa strage,” scrive un cittadino su Facebook. “Serve un piano serio di gestione dei canali e delle acque di scarico.” Un migliore controllo del deflusso delle acque meteoriche e sistemi per mitigare gli sbalzi di salinità che, puntualmente, trasformano il porto in una trappola mortale per la fauna marina.

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