Alla cagliaritana Virginia Saba il “Premio Nazionale Donna 2025”: «Lo dedico a chi mi ha insegnato la libertà»

Virginia Saba, giornalista, scrittrice e consulente filosofica, è tra le vincitrici del Premio Donna 2025 per il suo impegno nel raccontare con autenticità e visione la libertà femminile nei luoghi della cultura e del potere.
Giornalista, scrittrice, consulente filosofica e docente di scrittura creativa, la selargina Virginia Saba è una delle vincitrici del Premio Donna 2025, prestigioso riconoscimento promosso dalla Fondazione Antonio Padovani all’Aquila. La cerimonia di premiazione si è svolta l’8 luglio nella suggestiva cornice di Casale Signorini, location simbolo dell’ospitalità culturale della città.
Il premio, nato per onorare la memoria del politico abruzzese Antonio Padovani, scomparso nel 2010 e tra i primi a battersi pubblicamente contro le discriminazioni di genere, viene oggi portato avanti dal figlio Gianni Padovani, presidente della Fondazione, con l’obiettivo di celebrare donne che si sono distinte per talento, visione, e capacità di abbattere barriere ancora esistenti. In questa edizione, la giuria ha scelto di premiare figure femminili che si sono affermate in ambiti diversi, ma unite dall’impegno per l’emancipazione e l’autonomia femminile.
Accanto a Virginia Saba, sono state premiate anche Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario e promotrice della legge sulle quote di genere; Barbara Cimmino, vicepresidente di Confindustria e cofondatrice del brand Yamamay; e Michela Proietti, giornalista del Corriere della Sera che ha riportato il ruolo femminile al centro del dibattito culturale nazionale.
Saba è autrice dei saggi “Tracce di felicità. Nel labirinto di Dag Hammarskjöld” (2023) e “Il suono della bellezza. Note di vita e filosofia” (2022), “Editoria digitale: riflessioni sul mondo che cambia” (Arkadia, 2024), nei quali coniuga le sue competenze, la riflessione filosofica, la spiritualità e le testimonianze personali. È direttrice di MontecitorioNews24, docente presso l’Accademia di scrittura creativa Molly Bloom, opinionista televisiva e svolge varie attività come consulente filosofica e consulente per le relazioni esterne per CeoForLife, network dedicato alla sostenibilità e alla leadership etica.
“Ringrazio Gianni Padovani, Monica Pelliccione e tutta la Fondazione per questo riconoscimento – ha dichiarato Saba – È un grande onore, soprattutto perché negli ultimi anni ho avuto l’opportunità di lavorare fianco a fianco con amministratori delegati e decision maker, in contesti dove il ruolo delle donne continua a essere messo alla prova. Ricevere questo premio accanto a donne così straordinarie è per me un’emozione immensa.”
Nel suo discorso, Saba ha voluto dedicare il riconoscimento alle donne che hanno segnato profondamente il suo cammino: “Alle meravigliose donne che ho incontrato nella mia vita e che mi hanno insegnato ad essere libera: mia mamma Rosy, e le mie zie Daniela e Tiziana Melis. Sono di una generazione diversa dalla mia – ha raccontato – ma mi hanno sempre incoraggiata a essere autonoma e a inseguire i miei sogni. Mia madre mi ha sempre detto: “Fai quello che vuoi, al di là del giudizio degli altri. Segui i tuoi valori ma fai le tue esperienze”. Le mie zie, entrambe donne indipendenti – una imprenditrice, l’altra grande lavoratrice – non hanno voluto figli e mi portavano ovunque con loro. Guardandole, ho capito che un’altra narrazione del femminile era possibile”.
Tra i passaggi più intensi del suo intervento, una riflessione sul concetto di felicità: “Le donne crescono spesso pensando che la felicità risieda nell’amore. Ma non è così: la vera felicità sta nella propria realizzazione. Poi, se l’amore arriva, rende tutto sublime, certo. Portiamo all’altra persona non solo felicità, ma anche equilibrio, consapevolezza, saggezza, qualcosa da raccontare. E fa la differenza. Ma deve partire prima uno slancio verso di sè, verso la propria autenticità.” A ispirare questa riflessione, spiega Virginia, anche la lettura di un’opera di Émilie Du Châtelet, filosofa, scienziata e compagna di Voltaire. In questo testo, Du Châtelet invita le donne a costruire una vita consapevole, fondata sulla coerenza personale, sul miglioramento continuo e sull’accettazione di sé, senza lasciarsi influenzare dalle illusioni della felicità altrui o dalla convinzione che l’amore e il matrimonio siano l’unico approdo possibile. “In quelle parole – ha spiegato Saba – c’è tutta la verità: la felicità non si trova nell’amore, nei modelli imposti o nella rincorsa all’approvazione esterna. Sta nello studio, nella libertà interiore, nella conoscenza di sé.”
Lo sport, da sempre parte integrante della sua formazione, è stato descritto come “una scuola di vita che mi ha insegnato ad andare a prendermi la palla da sola. Una lezione che vale anche nella vita: non aspettare, agisci”.
Saba ha anche ringraziato anche quegli uomini che hanno saputo accompagnarla nel suo cammino senza mai tentare di limitarne l’autonomia e in particolare ha detto: “A mio papà Massimo Saba, che ogni notte mi ha dato la forza per provare a vincere. Questo premio è anche suo. A mio mariro Eugenio, che mi spinge sempre a spiccare il volo”.
Il suo intervento si è concluso con un messaggio chiaro e potente rivolto alle nuove generazioni di donne: “Potete raggiungere qualsiasi obiettivo senza bisogno di scorciatoie o raccomandazioni. Servono studio, etica, volontà e costanza. Nessun traguardo vi è precluso, se restate fedeli a voi stesse”.
Un riconoscimento che va ben oltre il merito individuale: restituisce la voce di una donna che fa della filosofia, della scrittura e dell’impegno civile strumenti per una libertà autentica e condivisa.
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