Tra i cespugli assolati e i muretti a secco della Sardegna si aggira silenzioso un minuscolo abitante, spesso invisibile agli occhi dei più: è l’algiroide nano (Algyroides fitzingeri), il più piccolo tra i lacertidi del continente europeo. Un gioiello della fauna isolana, che vive indisturbato — ma non del tutto al sicuro — nei suoi ambienti preferiti.

A raccontarcelo è Luca Chiapperino, esperto in bushcraft e riconoscimento di rettili e anfibi italiani, che da anni esplora la natura selvaggia della Sardegna. «Questa lucertolina, che può arrivare al massimo a 13 centimetri coda compresa, ha una livrea davvero affascinante» spiega Chiapperino. «Il dorso è scuro, tendente al grigio-nero, mentre il ventre si colora di giallo o arancione acceso. Il collo, invece, può sfumare in tonalità bianche o addirittura bluastre.»

Nonostante le sue minuscole dimensioni, l’algiroide nano è ben distribuito su quasi tutto il territorio sardo, comprese le isole minori, ma è difficile da avvistare: elusivo, ama nascondersi tra le rocce, nella vegetazione bassa o sotto la corteccia.

La sua vita segue i ritmi della stagione calda: la riproduzione avviene tra maggio e giugno, con le femmine che possono deporre fino a tre volte l’anno, ponendo due uova per ogni ciclo. I piccoli crescono in fretta, raggiungendo la maturità in uno o due anni.

Oggi, la specie non è considerata in pericolo, ma l’esperto lancia un monito: «L’attività umana, in particolare la cementificazione e la trasformazione dei territori, può costituire una minaccia seria per questo piccolo rettile. La sua sopravvivenza dipende dall’integrità dell’ambiente naturale in cui vive.»

Un motivo in più per rispettare e proteggere il paesaggio sardo, che continua a custodire meraviglie straordinarie — spesso piccole, silenziose, ma di valore immenso.

È deceduto Michele Fuedda, 40 anni, originario di Pula, vittima di un grave incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere per la realizzazione della nuova Strada Statale 195, in località Tanca Nissa.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’operaio sarebbe precipitato da un’altezza di circa sei metri durante le attività in cantiere. Le condizioni dell’uomo sono apparse da subito critiche: dopo l’allarme, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Brotzu di Cagliari a bordo di un elisoccorso.

Nonostante i disperati tentativi dei medici per salvargli la vita, Michele Fuedda non ce l’ha fatta. La sua morte rappresenta l’ennesima tragedia sul lavoro. Sulla dinamica dell’accaduto sono in corso accertamenti da parte delle autorità competenti.