Estate in Sardegna: 10 tappe geologiche per scoprire la geodiversità dell’isola, secondo il paleontologo Daniel Zoboli

Le 10 meraviglie geologiche della costa sarda
La Sardegna è ben nota per la bellezza mozzafiato delle sue coste, ma al di là dell’aspetto paesaggistico, il suo litorale è un vero e proprio manuale a cielo aperto di geologia. Quasi ogni chilometro di costa racconta una storia diversa, legata a milioni di anni di trasformazioni del territorio.
In vista dell’estate 2025, il paleontologo Daniel Zoboli ha selezionato 10 località costiere che, oltre a essere suggestive dal punto di vista naturalistico, rappresentano tappe fondamentali per comprendere la straordinaria geodiversità della Sardegna. Dai rilievi vulcanici alle formazioni sedimentarie, dalle rocce più antiche a quelle di epoche più recenti, ecco un itinerario che unisce turismo, scienza e meraviglia. Le 10 meraviglie geologiche della costa sarda:
Capo Caccia (Alghero)
Un imponente promontorio modellato da rocce sedimentarie del Cretaceo, risalenti a circa 100 milioni di anni fa. Le falesie calcaree ospitano grotte e un ecosistema unico.
Istrampu de Capu Nieddu (Cuglieri)
Qui l’acqua precipita in mare da alte scogliere plasmate da rocce vulcaniche del Pliocene-Pleistocene, testimonianza di una Sardegna geologicamente attiva nel passato più recente.
S’Archittu (Santa Caterina di Pittinuri)
Celebre per il suo arco naturale, è formato da rocce sedimentarie del Miocene, modellate dall’erosione marina in una scultura di calcare chiaro.
Porto Flavia (Iglesiente)
Oltre alla straordinaria storia mineraria, questo sito si poggia su rocce sedimentarie del Cambriano, tra le più antiche dell’Isola, vecchie di oltre 500 milioni di anni.
Sella del Diavolo (Cagliari)
Promontorio simbolico del capoluogo sardo, composto anch’esso da rocce sedimentarie del Miocene, offre una vista spettacolare e una stratificazione affascinante.
Capo Ferrato (Muravera)
In questa punta orientale si affacciano al mare rocce vulcaniche del Pliocene, un paesaggio aspro e selvaggio che racconta eruzioni ormai lontane.
Rocce Rosse (Arbatax)
Colpiscono per il loro colore intenso e la forma slanciata. Sono filoni di porfidi del Permiano, formatisi in profondità e poi emersi grazie all’erosione.
Aguglia a Tramontana (Cala Goloritzé)
L’iconico pinnacolo calcareo che domina il golfo di Orosei è formato da rocce sedimentarie del Giurassico, emerse dal fondo di un antico mare.
Tavolara
L’imponente isola calcarea è una struttura di rocce sedimentarie giurassiche, che si innalza maestosa dal mare e custodisce biodiversità e storie millenarie.
Roccia dell’Orso (Palau)
Celebre per la sua forma zoomorfa, è composta da rocce plutoniche del Carbonifero superiore-Permiano, modellate nei secoli da vento e pioggia.
Questi siti, proposti dal paleontologo sardo, rappresentano un invito a guardare la costa sarda con occhi nuovi: non solo come meta balneare, ma come un archivio naturale che custodisce centinaia di milioni di anni di storia geologica. Per chi ama la natura, la scienza o semplicemente desidera esplorare l’isola in modo più consapevole, questo itinerario è un’occasione imperdibile.

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