Tra i sentieri alberati e le vedute panoramiche di Monte Urpinu, a Cagliari, si nasconde una curiosa formazione rocciosa che da anni incuriosisce e affascina i visitatori: è la cosiddetta roccia-balena, una pietra dalla forma particolare che ricorda il profilo del grande cetaceo.

La roccia si trova in una zona tranquilla e poco battuta del parco, precisamente lungo viale Europa, nei pressi della statua di San Francesco. Sebbene non sia segnalata da cartelli o indicazioni ufficiali, è diventata negli anni una piccola meta per chi ama esplorare gli angoli più insoliti della città.

Monte Urpinu, con i suoi boschi di pini e le viste spettacolari sul Golfo degli Angeli, è uno dei polmoni verdi di Cagliari, frequentato da sportivi, famiglie e turisti. Ma proprio per la sua estensione, spesso nasconde scorci e dettagli che sfuggono a uno sguardo frettoloso.

Lo scatto della roccia-balena è stato condiviso da Maria Todde e rilanciato dalla pagina Instagram @cagliari_vivere_in_vacanza, che si dedica a raccontare il capoluogo sardo attraverso fotografie e storie che mettono in luce la bellezza, a volte nascosta, della città.

Una mareggiata ha svelato, in maniera drammatica, un nido di tartaruga marina non ancora censito sulla spiaggia antistante il Condominio Marina di Santo Stefano, nell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. Le onde hanno danneggiato la camera del nido, disperdendo numerose uova lungo la battigia e trascinandone altre in mare.

Foto Area Marina Protetta “Capo Carbonara”

La prontezza di alcuni bagnanti è stata decisiva: accortisi subito della situazione, hanno lanciato l’allarme alla Capitaneria di Porto. Nel giro di poco tempo le biologhe dell’AMP sono giunte sul posto, riuscendo – con l’aiuto dei presenti – a individuare il nido e a recuperare parte delle uova.

Foto Area Marina Protetta “Capo Carbonara”

Nonostante una frazione sia andata irrimediabilmente perduta, il resto è stato salvato grazie all’intervento dei responsabili scientifici del CRES, che hanno provveduto alla ricollocazione in un nuovo nido, allestito in una zona più interna e protetta della spiaggia, al riparo da ulteriori mareggiate.

Foto Area Marina Protetta “Capo Carbonara”

Ora non resta che attendere con speranza la schiusa, segno tangibile della resilienza di questa specie minacciata. Un ringraziamento particolare da parte del CRES va al signor Giorgio Bianchi, che con la sua immediata segnalazione ha reso possibile il recupero delle uova, insieme a tutti i bagnanti che non hanno esitato a prestare il proprio aiuto. Con questo episodio, i nidi censiti in Sardegna nell’estate 2025 salgono a 15.