Lo sapevate? C’era un tempo in cui anche nei mari della Sardegna nuotavano i pesci istrice

Oggi i pesci istrice nuotano nelle acque tropicali e subtropicali degli oceani, vicino alle barriere coralline, ma milioni di anni fa, abitavano anche i mari che ricoprivano l’attuale Sardegna.
Oggi i pesci istrice (famiglia Diodontidae) nuotano agili nelle acque tropicali e subtropicali degli oceani, spesso vicino alle barriere coralline e ai fondali rocciosi. Alcune specie sono presenti anche nel Mar Rosso, dove si alimentano di molluschi, crostacei e polipi corallini, i cui gusci e scheletri riescono a frantumare con il potente becco dentato.
Ma ciò che sorprende è che, milioni di anni fa, questi stessi pesci abitavano i mari che ricoprivano l’attuale Sardegna, come riporta il paleontologo Daniel Zoboli, che ci guida in un viaggio indietro nel tempo fino al Miocene, periodo in cui le acque sarde ospitavano una biodiversità marina oggi scomparsa.
Una prova concreta di questa antica presenza è rappresentata da una placca dentale fossile di Diodon scillae, rinvenuta nel territorio di Nurallao e oggi custodita nella collezione Ida Comaschi Caria, al Museo Sardo di Geologia e Paleontologia “D. Lovisato” dell’Università di Cagliari.
Questo frammento fossile racconta una storia sommersa: quella di un’epoca in cui le acque sarde erano calde e ricche di vita tropicale, popolate da pesci esotici che oggi associamo ad ambienti lontani. Un piccolo ma significativo tassello per comprendere come il paesaggio e la fauna dell’isola si siano evoluti nel corso dei millenni. E ancora una volta, la paleontologia ci ricorda che il presente poggia le sue radici in un passato fatto di sabbie, conchiglie… e pesci istrice.

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