Meraviglie di Sardegna: nuraghe Arrubiu, il Gigante Rosso, un viaggio nella storia antica dell’Isola.
Nel cuore pulsante della Sardegna, a Orroli, nel Sarcidano, sorge un monumento che incarna la maestosità e la storia millenaria dell’isola: il Nuraghe Arrubiu, noto come il Gigante Rosso. Questo straordinario complesso nuragico è uno dei più affascinanti e significativi dell’intera Sardegna e rappresenta uno dei principali esempi di architettura megalitica in Europa, testimone della civiltà protosarda che ha lasciato un’impronta indelebile nel tempo.

Nuraghe Arrubiu
Il nome “Gigante Rosso” non è affatto casuale: la sua imponente struttura e le sfumature rosse dei licheni che decorano la pietra basaltica ne fanno una meraviglia unica al mondo. La bellezza di questo sito non risiede solo nelle sue dimensioni straordinarie, ma anche nella sua straordinaria integrazione con il paesaggio circostante, che lo rende ancora più affascinante.
Il Nuraghe Arrubiu risale al 1500 a.C., e la sua storia affonda le radici in un periodo remoto, segnato da un crollo misterioso intorno al IX secolo a.C. Le cause di questa disgregazione restano sconosciute, ma il sito non rimase disabitato a lungo. Nel II secolo a.C., quando i Romani giunsero in Sardegna, il monumento venne riadattato e utilizzato come laboratorio di produzione del vino, come testimoniano le vasche e gli attrezzi per pigiare l’uva rinvenuti durante gli scavi.

Nuraghe Arrubiu
L’incredibile complessità e dimensione del Nuraghe Arrubiu lo rendono un unicum in Sardegna: è l’unico nuraghe premeditato presente sull’isola, una costruzione maestosa che si sviluppa su più livelli e che conta ben ventuno torri. Al centro si erge una torre principale, o mastio, che originariamente raggiungeva i 30 metri di altezza e che ancora oggi, nonostante il crollo di parte della sua struttura, impressiona con i suoi 15 metri di altezza. La torre centrale è circondata da un poderoso bastione composto da cinque torri, a loro volta racchiuse da una cinta difensiva con sette torri disposte lungo la cortina muraria. L’area totale coperta dal sito supera i 5000 m², un vasto spazio che ospita diversi cortili, scale, corridoi e vani coperti che raccontano la vita quotidiana della popolazione nuragica.

Nuraghe Arrubiu, il cortile
Il sito è arricchito da numerosi elementi architettonici che raccontano la funzionalità e la ricchezza culturale di questo insediamento. Tra questi, le banchine, le cisterne, i focolari e le nicchie che decorano i cortili, insieme ad accessi e corridoi che permettono di muoversi tra le diverse strutture. All’interno del mastio, una stretta via conduce alla camera centrale, dove sono stati trovati un focolare e un vaso rituale, simboli della spiritualità e della vita sociale che animavano il luogo. L’architettura a tholos, una copertura a falsa cupola, è perfettamente conservata, e in alcune torri minori è ancora possibile ammirarla nella sua forma originaria.

La ricostruzione
Particolarmente interessante è la grande e tonda capanna situata lungo il lato orientale del complesso, che fungeva da spazio di incontro. Al suo interno, un sedile lungo il perimetro e un focolare al centro ne definivano la funzione di luogo di aggregazione sociale. Il Nuraghe Arrubiu non fu solo un avamposto difensivo, ma anche un centro vitale dove si svolgevano importanti attività comunitarie.
La sua vita si è estesa dal XIV al IX secolo a.C., con fasi di grande floridezza alternate a periodi di declino. Dopo il crollo, rimase disabitato per secoli, fino al II secolo a.C., quando i Romani lo adattarono a un laboratorio vinicolo. Questo riutilizzo del sito dimostra come, nonostante il passare dei secoli, il Nuraghe Arrubiu continuò ad essere un punto di riferimento fondamentale per le popolazioni che vi abitarono. I reperti ritrovati durante gli scavi, come le ceramiche importate dal Peloponneso, testimoniano i legami e i contatti culturali con civiltà lontane, come quella micenea.
Il sito è anche un’importante testimonianza delle avanzate conoscenze ingegneristiche dei suoi costruttori: durante gli scavi è stato rinvenuto un complesso sistema di drenaggio e canalizzazione delle acque, che dimostra come i nuragici fossero in grado di gestire le risorse naturali in modo estremamente efficiente.
Il Nuraghe Arrubiu, con la sua grandezza, la sua storia affascinante e i suoi misteri ancora irrisolti, rappresenta uno dei luoghi più suggestivi e significativi della Sardegna, un vero e proprio gigante rosso che custodisce nel cuore della sua pietra la memoria di una civiltà che ha segnato per sempre il destino dell’isola.
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