Un gioiello abbandonato con vista sulla Corsica: in quale paese sardo ci troviamo?
La storia del punto più settentrionale dell’isola, dalla regolamentazione del traffico navale alla dismissione della rete costiera nazionale, oggi totalmente abbandonato. Dove ci troviamo?
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La creazione del semaforo è stata una risposta alla tragedia del naufragio della fregata francese Sémillante nel 1855. Dopo quasi un secolo di attività, il semaforo è stato dismesso con l’introduzione di nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Oggi la struttura è ridotta a uno scheletro.
Situato sulla collina di Punta Falcone, offriva una visuale spettacolare sullo stretto e sulla Corsica, come raccontano bene gli amici di www.sardegnaabbandonata.it
Il semaforo di Punta Falcone, costruito per dirigere il traffico navale sulle Bocche di Bonifacio, ha continuato a funzionare fino all’introduzione delle nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’area circostante si affollò con l’installazione di batterie antiaeree e antinave.
Dopo quasi un secolo di servizio, il semaforo fu pensionato con la dismissione della rete costiera nazionale. Oggi, la struttura è ridotta a uno scheletro fatiscente, spogliata di mobilio e tracce umane, ma offre ancora una vista panoramica sulle Bocche di Bonifacio e sulla Corsica. La sala centrale e la vecchia asta semaforica sono murate, ma la terrazza sovrastante offre una vista mozzafiato sulla zona circostante.
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San Sperate, mezz’ora di terrore: un fulmine centra il paese. «Boato assordante, un ragazzo è stato sbalzato a terra»

Un nubifragio violentissimo, accompagnato da una tempesta elettrica ha colpito il centro abitato del paese, lasciando dietro di sé una scia di danni e grande spavento.
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Un bagliore accecante, poi un’esplosione che ha fatto tremare le fondamenta delle case. Quella che doveva essere una tipica ondata di maltempo si è trasformata, nel pomeriggio di ieri, in mezz’ora di autentico terrore per i cittadini di San Sperate. Un nubifragio violentissimo, accompagnato da una tempesta elettrica senza precedenti, ha colpito il centro abitato lasciando dietro di sé una scia di danni e grande spavento.
Il cuore dell’evento è stato la caduta di un fulmine a pochissima distanza dalle abitazioni, che ha centrato in pieno un palo della linea telefonica, spaccandone la cima. La scarica elettrica si è propagata istantaneamente nelle case adiacenti attraverso i cavi, trasformando gli elettrodomestici in potenziali pericoli.
“Mi sono trovato davanti a un bagliore immenso e a un’esplosione assordante”, racconta un residente ancora scosso. “Ero in veranda a recuperare la roba stesa sotto la grandine, ho fatto appena in tempo a chiudere tutto e staccare il salvavita”. Il bilancio dei danni materiali è pesante. Nelle abitazioni del vicinato, modem, computer e impianti elettrici sono saltati a catena. Particolarmente colpita una residente che ha visto andare in fumo due televisori, tra cui una Smart TV acquistata di recente, il modem e il PC.
Ma è sul piano umano che si è rischiato. Un giovane che abita accanto al luogo dell’impatto è stato scaraventato a terra dallo spostamento d’aria e dalla potenza dell’esplosione. Fortunatamente, per lui non ci sono state conseguenze fisiche gravi, ma solo un enorme shock. Per trenta minuti il paese è rimasto in balia degli elementi, con la grandine che sferzava le strade, e il bagliore dei fulmini che illuminava a giorno le stanze, seguito dai boati dei tuoni.
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