Un gioiello abbandonato con vista sulla Corsica: in quale paese sardo ci troviamo?
La storia del punto più settentrionale dell’isola, dalla regolamentazione del traffico navale alla dismissione della rete costiera nazionale, oggi totalmente abbandonato. Dove ci troviamo?
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La creazione del semaforo è stata una risposta alla tragedia del naufragio della fregata francese Sémillante nel 1855. Dopo quasi un secolo di attività, il semaforo è stato dismesso con l’introduzione di nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Oggi la struttura è ridotta a uno scheletro.
Situato sulla collina di Punta Falcone, offriva una visuale spettacolare sullo stretto e sulla Corsica, come raccontano bene gli amici di www.sardegnaabbandonata.it
Il semaforo di Punta Falcone, costruito per dirigere il traffico navale sulle Bocche di Bonifacio, ha continuato a funzionare fino all’introduzione delle nuove tecnologie di comunicazione radionavale. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’area circostante si affollò con l’installazione di batterie antiaeree e antinave.
Dopo quasi un secolo di servizio, il semaforo fu pensionato con la dismissione della rete costiera nazionale. Oggi, la struttura è ridotta a uno scheletro fatiscente, spogliata di mobilio e tracce umane, ma offre ancora una vista panoramica sulle Bocche di Bonifacio e sulla Corsica. La sala centrale e la vecchia asta semaforica sono murate, ma la terrazza sovrastante offre una vista mozzafiato sulla zona circostante.
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Cagliari città aperta, multiculturale e dinamica: un progetto d’inclusività per il quartiere Marina

I progetti saranno finalizzati alla promozione e allo svolgimento di attività sportive e culturali rivolte prioritariamente alle fasce di popolazione a rischio di esclusione e emarginazione
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Trasformare lo spazio fronte mare di Cagliari, in particolare il quartiere La Marina, in un’area capace di favorire l’inclusione e il multiculturalismo, rafforzando la rete dei servizi del territorio e coinvolgendo il terzo settore e la comunità, per prevenire l’emarginazione sociale e promuovere l’inclusione sociale.
Questo l’obiettivo del progetto “Cagliari città aperta, multiculturale e dinamica”, finanziato con fondi PN Metro Plus 21-27, che intende promuovere processi di integrazione sociale, partecipazione attiva e inclusione, attraverso la realizzazione di interventi culturali dedicati in particolare alle persone che abitano nel quartiere Marina e che si trovano in condizioni di disagio sociale, vulnerabilità economica e fragilità.
I progetti saranno finalizzati alla promozione e allo svolgimento di attività sportive e culturali rivolte prioritariamente alle fasce di popolazione a rischio di esclusione e emarginazione, come: anziani, disabili, donne vittime di violenza o di tratta, ex detenuti, neo maggiorenni in uscita da percorsi di tutela, minori in situazioni di disagio familiare, persone appartenenti a popolazioni oggetto di discriminazione, con particolare attenzione alle comunità straniere presenti nel quartiere.
La realizzazione dell’operazione presuppone, in fase di avvio, l’individuazione di un operatore economico dotato di comprovata esperienza nell’ambito della progettazione culturale e sociale, che fornisca un servizio di accompagnamento metodologico, tecnico e progettuale agli Enti del Terzo Settore, supportandoli nell’analisi dei bisogni, nella costruzione delle proposte progettuali e nella definizione degli interventi in coerenza con gli obiettivi dell’operazione. A questo scopo, è stato messo on line, sul portale istituzionale, l’avviso volto ad attivare un servizio di analisi di contesto partecipata, accompagnamento e supporto agli Enti del Terzo Settore che operano nel settore culturale, per favorire l’elaborazione e la definizione di progetti culturali a valenza sociale.
Chi fosse interessato, potrà rispondere all’avviso entro il 22 gennaio 2026, ore 12:00.
Gli attori coinvolti nel progetto saranno: – Servizio Sport, Cultura e Spettacolo, Turismo e Tempo Libero del Comune; il Servizio Innovazione e tecnologie digitali del Comune e le Organizzazioni del Terzo Settore, anche come soggetti proponenti e responsabili dell’attuazione dei progetti.
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