A Cagliari c’è un luogo che custodisce il tesoro del mercato storico della città: visita alla vecchia cava di Monte Urpinu

Monte Urpinu, la vecchia cava dimenticata che custodisce il tesoro del mercato storico di Cagliari.
Un tempo cava di graniglia, poi discarica dimenticata e oggi luogo di rinascita culturale e ambientale: la vecchia cava ai piedi del colle di Monte Urpinu, tra la parete meridionale e il giardino dell’ospedale Binaghi, nasconde un tesoro che in pochi conoscono. Lì, da decenni, il Comune di Cagliari conserva per conto della Soprintendenza un prezioso patrimonio storico: fregi, capitelli, colonne e blocchi scolpiti che un tempo appartenevano al vecchio mercato della città, quello situato tra via del Mercato Vecchio, via Baylle e il Largo Carlo Felice.
Per anni questo patrimonio è rimasto abbandonato alla rinfusa, quasi fosse una discarica di sassi qualsiasi. Poi, circa dieci anni fa, una ricognizione portò alla luce la verità: quei resti non erano scarti da dimenticare, ma testimonianze autentiche di un’epoca e di una città che aveva finito per dimenticarsene.
L’area, conosciuta come “Su Baroni”, appartiene oggi alla famiglia Dondina, ma in passato era di proprietà dei Baroni di Teulada e comprendeva pascoli e uliveti impiantati già nel Settecento. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la cava iniziò a essere utilizzata per l’estrazione di graniglia, materiale indispensabile per la ricostruzione delle strade di Cagliari. Un’attività che proseguì fino alla fine degli anni Settanta, quando la cava divenne uno spazio marginale e venne progressivamente trasformata in discarica abusiva.
Nel 2011, l’associazione AgriCulture riuscì a ottenere dai proprietari un comodato d’uso gratuito del terreno per avviare un progetto di orticoltura condivisa e sostenibile, senza l’uso di sostanze chimiche. Un’idea innovativa che però si scontrò con l’assenza di fonti d’acqua nel terreno, costringendo dopo tre anni i promotori a restituire l’area ai proprietari, nonostante il grande lavoro di bonifica, raccolta differenziata, tracciamento di sentieri e suddivisione in lotti.
È nel 2020 che l’ex cava ritrova nuova linfa grazie all’associazione AMICI NaturalMente, che ottiene nuovamente il comodato d’uso gratuito per trasformarla in una “Foresta di Cibo”, un progetto più compatibile con le caratteristiche idriche del luogo. Da quel momento, il sito torna a vivere grazie a un gruppo di lavoro dedicato, chiamato “gli acquaioli”, impegnato nella cura del verde e nell’organizzazione di attività culturali e sociali.
Nel 2024 nasce anche un piccolo anfiteatro naturale all’interno dell’area, ribattezzato “anfiteatro verde”, dove iniziano ad andare in scena spettacoli teatrali che affrontano in chiave artistica i temi cari all’associazione: ambiente, sostenibilità, alimentazione consapevole e salute.
Oggi, la vecchia cava di Monte Urpinu non è più solo un luogo di memoria storica, ma un vero e proprio spazio di comunità, creatività e impegno civile. E quel tesoro dimenticato del vecchio mercato di Cagliari, salvato dalle ruspe del tempo, attende solo di essere valorizzato e restituito alla città che l’ha generato.

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