“Se non si vede non vuol dire che non esista”. Claudia Rabellino e l’impegno contro l’endometriosi

Uno spettacolo teatrale con la regia di Ambra Pintore per sensibilizzare su una malattia invalidante e ancora sotto-diagnosticata. Ecco la nostra intervista all'avvocata Claudia Rabellino, presidente del Rotary club Cagliari Nord
Venerdì 11 Aprile alle 20,30 al Teatro Carmen Melis di Via Sant’Alenixedda a Cagliari, andrà in scena lo spettacolo “Se non si vede non vuol dire che non esiste” per sensibilizzare e portare l’attenzione sull’endometriosi.
Abbiamo per questo incontrato Claudia Rabellino, avvocata, autrice, public speaker, viaggiatrice. Ligure di nascita, cagliaritana per scelta. Per Morellini Editore ha pubblicato Cagliari al femminile (2018) e, a quattro mani con la giornalista Michaela K Bellisario, Felici a 50 anni. E se fosse una golden age? (2019). Collabora con quotidiani e magazine. È impegnata nel sociale ed è presidente del Rotary club Cagliari Nord che ha voluto fortemente questo progetto. La Direzione artistica è affidata alla bravissima Ambra Pintore e vedrà la partecipazione di numerosi artisti e artiste. “Sul Palco – racconta Rabellino- avremo Alfredo Barrago, Paolo Carrus e Massimo Tore, Alessandro Di Liberto, Rachele Stanisci e Marco Schirru e poi Ambra Pintore Quartetto con Roberto Scala, Federico Valenti e Diego Milia, ma soprattutto sarà l’occasione per dare voce alle donne e alle loro testimonianze e rompere finalmente il silenzio su questa malattia”.
L’endometriosi è un problema che colpisce moltissime donne in Sardegna. Che impatto ha sulla loro vita?
Citando il Prof Stefano Angioni, Direttore della clinica ostetrica e ginecologica universitaria, “l’endometriosi coinvolge una donna su 10 nell’età riproduttiva ed è particolarmente frequente in quelle con problemi di sterilità (35%) e con dolore pelvico cronico (oltre il 60%). La malattia è caratterizzata dal fatto che l’endometrio (il rivestimento interno dell’utero che viene normalmente eliminato ciclicamente con le mestruazioni) si impianta all’interno dell’addome fuori dall’utero invadendo gli organi pelvici tanto da determinare sintomi gravi come sterilità e dolore cronico. La causa è ancora in gran parte sconosciuta. L’insorgenza può essere anche molto precoce e nelle giovanissime il primo sintomo può essere rappresentato da semplici mestruazioni dolorose”. Ciò che preoccupa è anche che le donne e le ragazze che vivono questa malattia sono spesso vittime di pregiudizi e stereotipi e si sentono sole e non ascoltate: il loro dolore viene minimizzato con frasi tipo “stai esagerando”, “il dolore mestruale è normale”, “è tutto nella tua testa…” e questo comporta un ritardo nella diagnosi mediamente stimato in 10 anni e ci fa comprendere come un approccio di genere anche nella medicina sia fondamentale.
Perché come Rotary siete in prima linea su questo tema?
Tra le priorità del Rotary, la prevenzione e cura delle malattie e la salute materna e infantile sono quelle che meglio ci rappresentano, si pensi al vaccino antipoliomielite, regalato ai bambini di tutto il mondo da un medico rotariano, Albert Sabin, che rinunciò ai diritti di brevetto. I club Rotary ascoltano i bisogni del territorio di riferimento e agiscono con azioni concrete. Questo progetto nasce da un dialogo con l’Università di Cagliari, in particolare con il Prof Stefano Angioni, direttore della clinica ostetrica e ginecologica universitaria e ha l’obiettivo di contribuire a migliorare la qualità della vita di tantissime donne e ragazze (amiche, sorelle, figlie…). Questo è quello che noi rotariani/e siamo e facciamo: migliorando le vite degli altri cambiamo anche le nostre, perché fare del bene fa bene (provare per credere).
Come è nata l’idea di questo spettacolo?
In realtà questo spettacolo è parte integrante di un progetto articolato in diversi eventi messi in campo dal Rotary Club Cagliari Nord e dal Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Cagliari con l’obiettivo di diffondere la conoscenza sulla malattia e di stimolare investimenti sulla ricerca anche attraverso una raccolta fondi per l’acquisto di un ecografo di ultima generazione in favore della Clinica Ostetrica e Ginecologica Universitaria. La frase “Se non si vede non vuol dire che non esiste” è il tema ricorrente della campagna per sottolineare che ascoltare le donne è fondamentale per riconoscere questa patologia e combatterla.
La sinergia è fondamentale e con noi abbiamo importanti sostenitori e partner tra i quali la Marina nell’ambito della sua missione di supporto e vicinanza alle persone. In particolare, sabato 29 marzo è stato ospitato a bordo della nave Trieste un incontro di sensibilizzazione e presentazione del progetto durante il quale i partecipanti hanno potuto visitare l’unità navale multiruolo, attrezzata per essere impiegata anche in operazioni di pace a supporto della popolazione civile c dotata di un modernissimo ospedale di bordo.
Domenica 30 marzo il parco di Molentargius si è tinto di giallo (nel mondo il colore ufficiale della campagna) per una passeggiata ludico motoria organizzata dal CUS in collaborazione con UISP che ha coinvolto circa 300 persone con la partecipazione degli equipaggi delle unità navali ormeggiate nel porto di Cagliari, un supporto non scontato per il quale esprimiamo grande gratitudine.
Ricordiamo che nel 2023, il Parlamento italiano ha approvato una legge che riconosce l’endometriosi come malattia cronica invalidante, un passo importante ma nonostante questo la patologia resta ancora sotto-diagnosticata, con un tempo medio di circa sette anni per ottenere una diagnosi corretta.
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