Un’intera vita dedicata agli altri: la storia della cagliaritana Manuela Vadilonga

Manuela, 49 anni, cagliaritana e soccorritrice volontaria con il 118 da 18 anni, dedica la sua vita a persone con disabilità. Guida subacquea e operatrice sociale nel progetto "Dopo di noi", aiuta ogni giorno a creare opportunità di autonomia e felicità. Conosciamola meglio
Manuela Vadilonga, 49 anni, cagliaritana, è una donna straordinaria che ha scelto di dedicare la propria vita agli altri. Madre di un ragazzo di 16 anni, ha fatto della solidarietà e dell’aiuto al prossimo la sua missione quotidiana e il suo lavoro.
Da 18 anni lavora come soccorritrice volontaria con il 118, un’esperienza che le ha permesso di sviluppare un senso pratico dell’aiuto, affinando la capacità di intervenire in situazioni di emergenza con professionalità e sensibilità. Oltre all’impegno con il 118, Manuela è un punto di riferimento per i ragazzi con disabilità, sia come guida subacquea per portatori di disabilità fisiche, sia come operatrice socio-sanitaria (OSS) all’interno del progetto “Dopo di noi”. La sua attività si divide tra il mare e la terra, offrendo esperienze di inclusione e autonomia a chi troppo spesso viene privato di una vera normalità.
Inoltre, è presidente dell’associazione LTG ITALIA. Insieme ai suoi “colleghi fratelli” Gerry e Fabio porta avanti un progetto di informazione e formazione sul primo soccorso, dal BlSd al primo soccorso pediatrico.
Durante l’estate, Manuela spesso collabora con il Porto Conte Diving Center, dove accompagna ragazzi con disabilità fisiche alla scoperta del mare, che per loro diviene un luogo di libertà assoluta, in cui le barriere sembrano scomparire. Uno dei momenti più emozionanti della sua esperienza riguarda un ragazzo che, sulla terraferma, non può camminare, ma che in acqua si trasforma, sentendosi finalmente uguale agli altri. “È difficile spiegare a parole la gioia che provo con loro – racconta Manuela – mi insegnano tanto ogni giorno. Per molti ragazzi con disabilità, immergersi nel mare significa vivere un’esperienza unica, scoprire nuove capacità e provare emozioni che fuori dall’acqua spesso vengono negate. Vedere nei loro occhi la felicità è impagabile”.
Manuela lavora anche come OSS in seno al progetto “Dopo di noi”, un’iniziativa pensata per aiutare persone con disabilità gravi a conquistare una vita indipendente. Questo percorso di autonomia si sviluppa attraverso esperienze quotidiane in ambienti domestici protetti, in cui piccoli gesti, come farsi la doccia o cucinare, diventano grandi traguardi. “Per noi sono azioni banali – spiega – ma per loro sono conquiste incredibili, e noi siamo lì per aiutarli a raggiungerle.” Accanto a lei c’è un’equipe multidisciplinare composta da OSS, educatori e altri professionisti che, insieme, lavorano per sviluppare le competenze necessarie a rendere la vita di questi ragazzi più indipendente e ricca di esperienze.
Suo figlio Francecso, pur dovendo affrontare le assenze dovute agli impegni della madre, è orgoglioso di lei e comprende l’importanza di quella che ormai è una missione. Con maturità e senso di responsabilità, si organizza da solo, consapevole che il lavoro della madre regala felicità e speranza a chi ne ha più bisogno.
Tuttavia, Manuela sa bene quanto sia fondamentale l’aiuto dei volontari, soprattutto nel servizio del 118, dove “non siamo mai abbastanza”. Per questo, lancia un appello a chiunque voglia dedicare un po’ del proprio tempo al soccorso e all’assistenza: “Essere volontario del 118 è un’esperienza che cambia la vita, sia per chi viene aiutato che per chi aiuta. Abbiamo sempre bisogno di nuove persone che vogliano mettersi in gioco e dare una mano.”
Manuela Vadilonga è la dimostrazione di come l’amore per il prossimo possa diventare una scelta di vita. Il suo impegno, la sua sensibilità e la sua dedizione sono un esempio per tutti. Ci ricorda che aiutare gli altri significa arricchire anche se stessi.
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